vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Giovanni Bedin

Viva l’imprevedibilità

Lo trovo immerso nella lettura di un volume “che mi è appena stato regalato su un tema di cui mi interesso da sempre, i mosaici pavimentali di Aquileia, meraviglia del IV secolo”.
Giovanni Bedin ti travolge con la sua passione, non è timido nel raccontare il mondo che lo affascina e lo coinvolge, la sua attività di antiquario, terza generazione, “dopo mia nonna che negli anni ’50 esordì con l’arredo del ‘700 e il tappeto, dopo i miei genitori. Ho preso in mano questa attività nel 2014, con un nuovo nome – Il Mercante delle Venezie – che riecheggia Shakespeare, e nuovi orizzonti. Fin dal liceo, grazie anche a un’insegnante molto attenta a fornire un più vasto panorama della storia dell’arte, sono gli oggetti a catturare in modo speciale la mia attenzione. Allora erano – faccio un esempio – le fibule longobarde, oggi sono gli oggetti da wunderkammer, le opere in ceroplastica, i piccoli dipinti su rame, i cofanetti. O quello stipo, davvero memorabile, in ebano, produzione lombarda cinquecentesca, con i cassetti decorati in metallo inciso…come un’armatura da parata! E’ stato acquistato dal museo di Palazzo Maffei, a Verona”. Cosa rende il tuo mestiere così interessante? “L’imprevedibilità, nel senso buono del termine. L’antiquario vive quasi sognando, non sa cosa troverà, se lo troverà, se lo venderà e a chi. L’unica certezza, che non è cosa da poco, è la felicità negli occhi dell’acquirente”. E, aggiungo io, del venditore.