vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Stefano Iotti

Un secolo di antiquariato

Less is a bore, scherzava Robert Venturi rovesciando il dogma di Mies. E così probabilmente la pensa anche Stefano Iotti, quarta generazione di antiquari a Reggio Emilia. “Iniziò mio bisnonno, nel 1921. Era un commerciante di legname in quel di Rubiera che si dedicò poi all’antiquariato. Abbiamo superato il secolo!” Mancato nel 2020 il padre Gianfranco, è Stefano a guidare la tradizione di famiglia. Attraversando i loro stand in decenni di frequentazione di fiere in giro per l’Italia, salta all’occhio la grande capacità di mise en scène di pezzi di varie epoche e provenienze, sempre con il desiderio di stupire e coinvolgere anche i più eccentrici tra i clienti. Come il compianto Philippe Daverio, capace di emozionarsi tra una libreria neogotica e un ritratto di Luigi Filippo a cavallo. “Da sempre proponiamo un vasto repertorio di arti decorative, dall’alta epoca all’800”. Vi capita anche di collaborare con enti e istituzioni? “Certamente, ricordo con particolare piacere la vendita di una preziosa terracotta al Museo Davia Bargellini di Bologna, opera di un autentico virtuoso del barocco emiliano, Giuseppe Maria Mazza. La Madonna col Bambino, che si è aggiunta a un significativo gruppo di sculture dello stesso autore, conservate nel museo bolognese. Il piacere della scoperta continua; è il bello di questo mestiere. Viva l’antiquariato!”