vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Gianluca Berardi

Conoscenza e…divertimento

“Mi ricordo che un giorno, parlando con mio figlio, gli dissi: “così come io lavoro, tu devi studiare”. E lui, con perfetto tempismo: “ma non vale, tu ti diverti”. E come dargli torto?”. Gianluca Berardi, punto di riferimento per il mercato dell’arte tra Otto e Novecento, sorride sornione quando gli si chiede quale sia la ragione che rende così appassionante occuparsi di cose antiche. “Le amicizie, una rete di contatti, un lavoro che ti porta ad appassionarti sul serio. Figlio d’arte, sono in realtà prima storico dell’arte – ho insegnato la pittura dell’800 all’Università la Sapienza di Roma – e ho poi aperto questa galleria in Corso del Rinascimento [nel cuore del cuore di Roma, tra Sant’Andrea della Valle e Piazza Navona]. Vedi questo dipinto di Giulio Aristide Sartorio? Opere come questa sono per me molto significative perché rappresentano gli ultimi esempi - e siamo nei primi decenni del ‘900 -  di un grande mestiere, al pari degli antichi maestri. In seguito le avanguardie avrebbero mescolato le carte e nulla sarebbe stato più scontato. Ai miei occhi un quadro deve anche essere ben dipinto, deve essere un capolavoro di tecnica, proprio come per i grandi artisti del passato. Coerentemente con queste considerazioni ho sempre preferito un capolavoro di un artista poco noto all’opera mediocre di un artista famoso: questa è la chiave con cui interpreto l’attività di antiquario”.