Simone Facchinetti
Passione di famiglia
Storia
800/900 Art Studio nasce nel 2014 dalla fusione di due gallerie, Studio d’Arte dell’Ottocento e Galleria Bacci di Capaci.
“La prima con sede a Livorno, è stata aperta da mio marito Andrea Conti nel 1978”, racconta Giovanna. “Ci eravamo conosciuti ai tempi dell’università e la passione per l’arte ci ha uniti fino alla sua prematura morte, avvenuta nel 1999. Allora ho preso io la conduzione dell’attività della galleria che ho seguito per circa un decennio”.
Filippo Bacci di Capaci, fratello di Giovanna, dopo aver compiuto gli studi universitari e un periodo di lavoro presso la galleria della sorella e del cognato, ha aperto la seconda galleria a Lucca nel 1993. La società 800/900 Art Studio ha sede a Livorno e a Lucca . “Con noi lavorano anche le nostre figlie che sono molto efficienti e ci assicurano al futuro antiquario che è e sarà sempre più globale, ben diverso dal nostro vissuto che si svolgeva in galleria insieme ai collezionisti, molto preparati in fatto d’arte, che venivano a vedere le novità e che amavano scambiare con noi operatori quattro chiacchiere pittoriche, mai banali”.
“Filippo ed io siamo partiti dalla pittura dell’Ottocento, poi ci siamo aperti al Novecento storico, spinti da un vivo interesse per ogni forma d’arte scaturita nel secolo breve, cento anni di creatività, di movimenti artistici, d’intuizioni geniali, di sorprendenti opere d’arte.
Il nostro lavoro è senz’altro un lavoro privilegiato, stiamo a contatto con l’arte in tutte le sue forme: bella, composta, graffiante, dolorosa, grottesca, magica, surreale, immaginifica, astratta, criptica a volte. E per aggiornarci e approfondire la conoscenza di un autore o di un movimento, oltre ai libri che sono la nostra risorsa di sempre, cosa c’è di meglio se non imparare dal vero, visitando musei o mostre, osservando da vicino tele e sculture?”.
Scoperte
“Ogni dipinto che entra in galleria è una scoperta, un battito di cuore, talvolta un amore a prima vista… e il suo distacco può avvenire quasi subito; mentre per le opere che restano più a lungo alle pareti delle nostre sedi, subentra un altro tipo di amore, più lento e graduale, ma forte e profondo. Il segreto sta nel trattare opere che ci piacciono, che ci convincono, che ci emozionano, che ci stupiscono; e quando una se ne va, c’è, sì, la grande soddisfazione di aver collocato un prezioso prodotto in una bella collezione, ma un pezzetto di cuore se ne va e sopraggiunge il sottile, malinconico rammarico di aver perso un pezzo importante, sapendo che sarà difficile reperire un’altra opera valida, seducente e di così buon periodo, dello stesso autore”.