vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Chiale

L’amore per l’imprevedibile

Arrivo a Racconigi, mezz’ora a sud di Torino, in una giornata di fine estate. Meraviglia della provincia italiana, con una reggia sabauda di infinita ricchezza, e una selva di edifici barocchi e campanili. All’ombra di uno di questi, in una antica corte si trova il quartier generale della famiglia Chiale, attiva nell’antiquariato in mezz’Europa. Stanno studiando un mobile di raffinata ebanisteria piemontese, transitato persino nella collezione di Federico il Grande. “Tutto inizia una cinquantina d’anni fa con mio padre Aldo, che proviene dal mondo del restauro” racconta Alessandro Chiale, laurea in storia dell’arte con Giovanni Romano e tanta passione. “Aperta la galleria, il Settecento era il campo di interessi prevalente. Nomi come Bonzanigo e Piffetti, o il mobile veneziano laccato. Nel 2004 sono entrato nella ditta, il mercato è radicalmente cambiato e oggi ci siamo molto focalizzati sulla scultura, dal medioevo al ‘700”. E le scoperte sono continue…”ricordo ancora la mia prima scommessa, un busto senese, un’opera molto significativa, a prima vista del Novecento. Che emozione! E, nel 2016 quell’incredibile retablo medievale castigliano – siamo nella prima metà del Trecento – venduto a un’importante fondazione”. Ma cosa rende tutto questo così emozionante? “Il ritrovamento, la ricerca, lo studio. Più che il commercio in sé, quello che mi appaga di più è l’imprevedibilità”.