Simone Facchinetti
Un’eredità di passioni
Storia
La nostra è la storia di una famiglia che ha fatto dell’arte una scelta di vita. Goffredo Verdini (mio nonno) ha cominciato negli anni ’50 a muovere i primi passi nel mondo dell’antiquariato. Restava estasiato davanti ai mobili antichi e gli capitava di scoprire quadri d’autore, decise perciò di farne una professione: il mercante d’arte. Nel 1956 ha aperto il primo negozio a Roma e grazie all’aiuto del figlio Costantino (mio padre) si è fatto strada nel panorama italiano e internazionale. Verdini Antichità è diventato un nome affermato, la bottega si è trasformata in una vera e propria galleria e il sogno di Goffredo si è trasformato in realtà. Dal 1965 l’impresa è stata gestita individualmente da Costantino che ha ampliato le aree di competenza. Acquistava esemplari unici che hanno attraversato i secoli, rappresentando i diversi stili con le loro peculiarità. L’incanto nello scoprirli, il piacere nell’ammirarli sono alcuni dei valori che Costantino ha trasmesso ai suoi figli, Alessandro e Stefano. La passione che si tramanda da tre generazioni è diventata il fiore all’occhiello di un marchio, garanzia di professionalità e competenza che ci ha portati ad aprire una seconda e una terza galleria a Roma.
Futuro
La crisi attuale ci impone di ripensare il mondo dell’antiquariato attraverso nuove sfide. Prima fra tutte quella del digitale, sfruttando le piattaforme di vendita on line e permettendo ai clienti, anche lontani, di vivere l’arte in prima persona. Non solo attraverso una presentazione dell’opera in grado di trasmetterne il fascino e la storia, ma anche realizzando studi approfonditi che possano rendere unico l’oggetto da acquistare. Un esempio pratico: chi come noi si occupa di mircromosaici, potrebbe sviluppare una ricerca storico-archeologica sull’origine e la storia di ogni singolo pezzo, creando le condizioni per un’immersione a 360 gradi. In questo modo l’acquirente diventerebbe proprietario non solo di un oggetto ma della sua storia. Immagino un futuro in cui la contaminazione tra antico e moderno possa rappresentare il fiore all’occhiello di un Made in Italy sempre più internazionale. Un futuro dove la bellezza torni al centro della vita di ognuno di noi e possa far sognare intere generazioni, come è stato nel passato.