vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Tomaso Piva

Parola d’ordine: diversificare


Storia
Mio padre Domenico ha cominciato l’attività negli anni ’60, ereditando il mestiere dal nonno che era specializzato in mobili veneti del Settecento. A questo ambito si sono aggiunti gli arredi lombardi, le porcellane e le maioliche da collezione. Mio padre ha sempre perseguito la scelta di diversificare, trattando anche scultura e pittura, sempre dell’Italia settentrionale, soprattutto veneziana e lombarda.
Dopo una tesi in diritto internazionale sulla circolazione dei beni culturali, ho seguito un master di storia dell’arte a Parigi. È stata una palestra importante e una città dove ho potuto creare una rete di collaborazioni che porto avanti ancora oggi. Agli ambiti tradizionali di famiglia ne ho aggiunti altri: bronzi dorati francesi, strumenti scientifici (soprattutto globi e planetari antichi) e infine oggetti di virtù, composti da tabacchiere, preziosi flaconi, necessaires e una moltitudine di oggetti da collezione, accomunati da una raffinatezza che li rende di interesse internazionale.

Scoperte
Le mie prime scoperte sono legate al periodo parigino. Ricordo l’acquisto di una rara botticella in porcellana decorata a cineserie, della manifattura veneziana di Geminiano Cozzi. All’epoca rintracciai, in Normandia, un nucleo di mobili italiani. In mezzo c’era anche un importante comò veneziano e ci accorgemmo, durante la pulitura, che era interamente lastronato in legno rosa, una vera rarità.
Il mio lavoro consiste nell’offrire una linea di gusto, composta da un arredo che sia vivibile, oltreché vissuto, dove non solo il collezionista possa farne parte, ma anche chi ama circondarsi di mobili e oggetti rari e dove possono trovare spazio anche opere contemporanee. È difficile per me fare una classifica degli acquisti “migliori”, ogni opera ha la sua storia originale e si conclude quando trova posto in una collezione. Intanto rimane in galleria, dove me la godo e me la curo.

Futuro
Credo che il futuro del nostro lavoro sia quello di riuscire ad offrire un ventaglio diversificato di beni di antiquariato, magari associandoci con colleghi che hanno altre specializzazioni. Diversificare rimane, a mio modo di vedere, la strada da battere.