vita d'antiquari

Marco Riccòmini

Antichità all’Oratorio

Mirabilia... e Raritas

Se, come dicevano i romani, i Nomina sunt omina (ossia, se “i nomi segnano i destini”), allora da quello della ditta si dovrebbe già intuire qualcosa. A patto, beninteso, di sapere che “l’Oratorio” in questione è quello dello Spirito Santo di via Val d’Áposa a Bologna, ossia quel piccolo gioiello di fine Quattrocento dalla facciata in cotto ornata da medaglioni, forse del medaglista mantovano Sperandio di Bartolommeo de’ Savelli (che ritrasse anche Federico da Montefeltro). La prima sede era lì accanto e, con quel nome, Rosalia Fornaro e Giuliano Gaggioli fecero una scelta di campo, ovvero di dedicarsi di preferenza dal Quattrocento in giù, scegliendo di concentrarsi sulle sculture e su quelli che Oltremanica chiamano i Works of Art. Venti cataloghi a stampa ben curati e dai nomi suggestivi tutti rigorosamente in latino (vedi sopra), SculptoresCapsellaeThesaurusImagoMillennium ... e Raritas, l’ultimo, appena reso disponibile online, costituiscono un repertorio piuttosto raro d’alta epoca e che di rado si incontra, non solo in Emilia. Vi si trovano diverse Mirabilia (altro nome di un loro catalogo), dalle fibule merovinge, smalti di Limoges, avori trecenteschi, pissidi spagnole (non ve la spiego, andatele a cercare), cofanetti degli Embriachi, fino alle terrecotte robbiane, e poco oltre, per non superare, appunto, quel limite temporale che hanno scelto come loro campo di specializzazione. Da qualche anno li affianca la nipote Francesca Gualandi che, in virtù degli studi in antropologia filosofica, potrà contribuire a suggerire altri ancor più allusivi titoli per le mostre del futuro.