vita d'antiquari

Marco Riccòmini

Filippo Orsini

Controcorrente

Quello di Filippo è un percorso à rebours, per dirla con Huysmans; ossia ‘controcorrente’, dal titolo d’un celebre romanzo ottocentesco. Perché Filippo è approdato all’antiquariato dal mondo dei libri. Figlio d’uno dei più estrosi pubblicitari italiani, inventore di fortunate campagne, Filippo, attratto dai fermenti più vivaci della scena culturale milanese, ha gestito per anni una libreria nel cuore di Milano.

Il passo dalla saggistica e letteratura contemporanea a quella dei secoli passati è, poi, venuto naturale, come naturale è il passo successivo, che dal mondo dei libri antichi lo ha portato a quello dell’antiquariato. Perché dove ci sono libri non mancano opere d’arte, specchio dello stesso amore per la conoscenza. Ve la vedete una biblioteca ottocentesca priva di un busto in gesso di Platone?

Così, da primo vorace consumatore di testi (è un ferrato gaddiano), grazie anche alla frequentazione con Gian Lorenzo Mellini, Filippo si è avvicinato al Neoclassicismo.

Negli anni in cui ha tenuto il piede sia nella scarpa dei libri sia in quella dell’antiquariato (non a caso la sua ditta porta il nome di Orsini Arte & Libri), per le sue mani sono passati capolavori dall’epoca napoleonica fino al Romanticismo, e all’ultima Biennale di Firenze gli Uffizi non si sono lasciati sfuggire il Ritratto dello scultore Antoine-Denis Chaudet dipinto dalla moglie Jeanne-Elisabeth.

E dopo gli studi su Mazzola (non il centrocampista dell’Inter – la sua squadra del cuore è la magica Roma – ma il pittore Giuseppe Gaudenzio), dal 2006 è sceso in campo al suo fianco anche il figlio Emiliano.