vita d'antiquari

Marco Riccòmini

Lino Giglio

Ripensandoci, mi pento di non aver mai avuto la pazienza di fare la posta a uno dei mitici déballage di Lino in via Pisacane, quel largo rettilineo ottocentesco alle spalle di Porta Venezia ancor oggi con la più alta concentrazione di vetrine di antiquariato di tutta Milano; quando raccontano che, in alcune sere avvolte nella nebbia (a proposito: che fine ha fatto la nebbia a Milano?), arrivava come Ali Babà con un camion stracolmo di opere diverse ancora impolverate recuperate da un appartamento appena svuotato. Perché la specialità della Giglio Pasquale & C. s.a.s. o, più semplicemente, Antichità Giglio, è sempre stata quella dei cosiddetti ‘blocchi’; ossia l’acquisto degli interi arredi di una abitazione per poi rivenderli al ‘dettaglio’ una volta tornato alla base.

Dopo essersi fatto le ossa nella bottega di restauro del padre Franco, dove ha appreso segreti e passioni del mobile antico, Lino ha poco per volta allargato i suoi orizzonti arrivando a spaziare dai dipinti antichi e dell’Ottocento fino all’arte moderna e contemporanea, non disdegnando nel mezzo anche le sculture, l’arte orientale, e il design. Insomma un campionario di oggetti d’arte da soddisfare ogni desiderio (ma non andate a cercarvi armi, avori o oggetti di scavo, perché non li trovereste, specifica sul suo sito web).

Oggi da Lino potreste ammirare dai più raffinati dipinti barocchi fiorentini da far gola al mercato internazionale a una consolle di Piffetti, genio dell’ebanisteria piemontese. Ma Lino non si è montato la testa, e ancora oggi da lui si trovano sempre oggetti per ogni tasca.