vita d'antiquari

Marco Riccòmini

Mirco Cattai

Opere al tappeto

Forse non tutti sanno che, nel mondo dell’antiquariato, con ‘Lotto’ non si intende solo ciò che un’asta macina né il pittore del Rinascimento. Perché, tra i cultori di tessili, con quel nome si indica anche una delle tipologie di tappeti ottomani più diffuse in Occidente, caratterizzati da un motivo ad arabeschi modulari di colore giallo– oro disposti su un campo, spesso rosso.

Il nome deriva proprio dal pittore Lorenzo Lotto (1480– 1556), che ha impiegato quel tipo di tappeto in almeno due suoi dipinti. Se ne avessi uno – come quello che qui si illustra, tra gli highlights di Cattai – lo metterei a coprire un bel tavolo antico, da riempire con oggetti da Wunderkammer.

Quello di Mirco è un sogno diventato realtà; partito giovanissimo da Treviso ha ora una delle gallerie più importanti di tappeti antichi in Italia, inizialmente col nome di Mohtashem, oggi con quello di Mirco Cattai Fine Art & Antique Rug.

Dopo una iniziale attenzione ai tappeti caucasici e poi a quelli persiani, dell’altopiano di Heriz, egualmente arcaici, la sua specialità sono diventati i tappeti anatolici, specialmente quelli ottomani, come gli Ushak, che giungevano in Europa attraverso Venezia, la Porta d’Oriente.

È divenuto quindi un riferimento per i cosiddetti ‘Transilvania’, prodotti per le chiese luterane dei Balcani Orientali tra il XVI e il XVIII secolo.

Mondo affascinante e quasi sconosciuto ai non specialisti. Eppure se un Lotto dipinto da Lotto dovesse mai apparire in asta assieme al suo dipinto scommetto che, in quell’impossibile match, il dipinto di Lotto finirebbe al tappeto...