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Marco Riccòmini

Iconica

La galleria è nell’antico ghetto ebraico di Bologna, ossia proprio nel cuore della città medioevale, ad un passo dalle Due Torri.

Il duo bolognese Fornaro-Gaggioli, ossia l’Antichità all’Oratorio, ha sfornato l’ennesimo catalogo d’una lunga serie che stavolta raccoglie quindici pezzi che si vorrebbe “iconici”, come suggerisce il titolo della mostra: Iconica. Secoli XIII – XVII (con catalogo a cura di Francesca Gualandi e Giampiero Sgallari). Per chi non lo sapesse, la galleria è nell’antico ghetto ebraico di Bologna, ossia proprio nel cuore della città medioevale, ad un passo dalle Due Torri, delle quali molto si è parlato ultimamente. Per dire meglio, s’è parlato soprattutto di quella tra le due più bassa e anche da sempre più pendente, cioè la Garisenda, perché sembra che le sue condizioni siano col tempo peggiorate ed ora sia a rischio di crollo. Molte parole si son spese in difesa della Torre Garisenda, divenuta, insieme alla sua compagna, la Torre degli Asinelli, simbolo stesso della città di Bologna, quella ‘Manhattan’ medievale non a caso detta anticamente “selva turrita”. E dunque, oggi più che mai, chi volesse avere un’idea di cosa avrebbe potuto contenere al tempo della sua edificazione quello scrigno fortificato ed inespugnabile, stretto ed altissimo (almeno nelle intenzioni dell’architetto, che se l’era immaginata ben più alta di com’è ora e in gara con la vicina), non avrebbe che da visitare la galleria che le sta quasi ai piedi. Senza rischiare per la sua curiosità né di guastarsi il paltò per una doccia d’olio bollente né di doverselo far rammendare per una salva d’archibugio, scaricate da un solerte guardiano armato con elmo a ‘barbuta’ (come la testa in marmo bianco al n. 10 del catalogo).