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Pier Ludovico Puddu*

Nel Ministero della Cultura un convegno sul mercato e sulle esportazioni di opere d’arte

Esportare opere, plasmare uno stile. La circolazione di beni culturali dall’Italia verso l’estero

“L’arte ha un mercato. In qualche modo si può affermare che lo ha sempre avuto. Ma, almeno in Italia, solo da qualche decennio abbiamo iniziato a capire, a misurare questo fenomeno: e di conseguenza a superare alcuni pregiudizi che sembravano radicati”. Con queste parole Paolo Coen, professore ordinario di storia dell’arte all’Università di Teramo, ha dato inizio a un importante convegno internazionale sulle esportazioni delle opere d’arte che si è svolto il 23 e il 24 ottobre nel Collegio Romano, il cuore del Ministero della Cultura. “Esportare opere, plasmare uno stile. La circolazione di beni culturali dall’Italia verso l’estero (secoli XVIII-presente”, così recitano le locandine dell’evento. L'organizzazione del convegno ha visto il Dipartimento di Scienze della Comunicazione di Teramo unirsi alla Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali, all'Archivio Centrale dello Stato e all'Associazione Antiquari d'Italia, i primi due diretti dal dott. Andrea De Pasquale, la terza attraverso la vicepresidente Alessandra Di Castro.


"L’occasione del convegno è fornita dalla pubblicazione online di un importante fondo documentario custodito proprio nell’Archivio Centrale dello Stato, centrato su 38.000 licenze siglate fra il 1885 e il 1904 da funzionari dell’Ufficio esportazione di oggetti d’arte di Roma e dirette verso l’Europa e il resto del mondo."


L’occasione del convegno è fornita dalla pubblicazione online di un importante fondo documentario custodito proprio nell’Archivio Centrale dello Stato, centrato su 38.000 licenze siglate fra il 1885 e il 1904 da funzionari dell’Ufficio esportazione di oggetti d’arte di Roma e dirette verso l’Europa e il resto del mondo. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Luigi Spezzaferro, vede l’Archivio Centrale partner del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. “Una fonte di straordinario interesse per la storia dell’arte, certo, ma anche per la storia economica e la legislazione artistica della nostra Nazione”, chiosa Andrea De Pasquale. “La nostra teca digitale si arricchisce di un nucleo prezioso: ritengo per questo auspicabile estendere l’esperienza di Roma agli altri uffici esportazioni del Regno d’Italia”.

Davvero notevoli i contributi sullo stretto piano della ricerca. Di particolare efficacia la relazione di apertura dello storico Peter Burke. Burke, professore emerito dell’Università di Cambridge, ha offerto un’analisi storica e sociale del fenomeno delle esportazioni di dipinti dall’Italia nel lungo periodo, soffermandosi sui concetti di patrimonio nazionale e di godimento pubblico. Rimarchevole è stato poi l’intervento di Jana Zapletalova dell’Università di Olomouc in Repubblica Ceca che, indagando la formazione della collezione degli arcivescovi di Moravia nella seconda metà del XIX secolo, ha fornito un esempio di come i fondi documentari dell’Archivio Centrale dello Stato garantiscano la possibilità di approfondire la ricerca scientifica allargando lo sguardo all’estero.


"Davvero notevoli i contributi sullo stretto piano della ricerca. Di particolare efficacia la relazione di apertura dello storico Peter Burke. Burke, professore emerito dell’Università di Cambridge, ha offerto un’analisi storica e sociale del fenomeno delle esportazioni di dipinti dall’Italia nel lungo periodo"


Com’era nelle intenzioni degli organizzatori, l’evento ha trovato una feconda proiezione nell’attualità. Sia Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, sia Bruno Botticelli e Alessandra Di Castro dell’Associazione Antiquari d’Italia, sia infine Gabriele Maspero dell’Associazione Librai Antiquari d’Italia hanno ribadito il ruolo centrale dello Stato e del Ministero della Cultura nel doveroso rinnovamento della legislazione italiana in materia di esportazioni di oggetti d’arte, auspicando che essa si conformi agli standard internazionali in modo da rendere il mercato dell’arte italiano maggiormente competitivo. Christian Corsi, professore ordinario di Economia aziendale e Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, ha sottolineato la necessità di un cambiamento e adeguamento agli standard internazionali per rendere questo segmento di mercato più attrattivo e concorrenziale. “Bisognerebbe orientarsi verso un modello flessibile e dinamico in modo da governare tutta quella serie di variabili che insistono sul mercato e la circolazione di opere d’arte”, ha sottolineato Corsi. Questioni inerenti alla legislazione italiana sono state poi discusse sia da Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato alla Cultura, sia nella IV sessione del convegno: dirigenti del MIC come Stefania Bisaglia si sono allora confrontati con giuristi come l’avvocato Giuseppe Calabi, affrontando alcuni problemi che ancor oggi sono caratteristici della normativa in materia di circolazione di opere, inclusa naturalmente la dichiarazione di interesse.


“Non è facile vedere gli uni di fianco agli altri, seduti allo stesso tavolo, dirigenti del Ministero della Cultura, i migliori antiquari della nostra Nazione e studiosi specializzati nel mercato dell’arte”


Il simposio è terminato in crescendo, grazie a una tavola rotonda che ha accolto le riflessioni, tra gli altri, dell’archeologo Paolo Carafa, professore ordinario e prorettore all’archeologia di ‘Sapienza’ Università di Roma. Carafa ha sintetizzato in tre punti il tema della relazione tra l’uomo e gli oggetti, siano essi opere d’arte o meno. Oltre al punto di vista storico sulla circolazione di beni artistici, che affonda le radici in tempi antichissimi, il professore ha esaminato il ruolo del contesto-spazio, dal cui mutare nel tempo dipende l’evoluzione del significato stesso degli oggetti, per giungere poi a considerazioni sulla reale portata che essi hanno nella vita umana. “Le cose, gli oggetti, costituiscono la scia delle tracce che l’uomo può utilizzare per leggere gli avvenimenti che lo hanno preceduto”: questa la conclusione del suo discorso.

“Non è facile vedere gli uni di fianco agli altri, seduti allo stesso tavolo, dirigenti del Ministero della Cultura, i migliori antiquari della nostra Nazione e studiosi specializzati nel mercato dell’arte”, questo il commento di Paolo Coen. “Già questo può considerarsi un successo. Mi sembra inoltre rilevante che tutto sia avvenuto nel cuore del Ministero della Cultura: un Ministero che è e che deve restare la casa di tutti noi, ossia di tutti quelli che fanno arte e cultura a livello professionale. Il primo passo è compiuto: ne serviranno altri”.
 

*Pier Ludovico Puddu
Università di Teramo