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Leonardo Piccinini

Equus frenatus

La collezione di una vita. Claudio Giannelli

Ci guardiamo, Walter Padovani e io, tra lo spaesato e l’ammirato. Siamo sulle colline che dominano il lago di Lugano, e il nostro interlocutore potrebbe raccontarci per ore, per giorni, della passione di una vita: il cavallo. Si chiama Claudio Giannelli, è nato nel 1946 a Roma, ma dagli anni Sessanta ha scelto la Svizzera. A casa sua tutto descrive il suo mondo, l’equitazione, e il particolare collezionismo di cui è uno dei leader mondiali. Morsi, speroni, staffe, pettorali, dipinti, libri antichi…un mix di fuoco sacro e di manie che l’hanno portato in decenni di cacce e inseguimenti worldwide ad accumulare un vero tesoro. “A breve partiremo con circa trecento [!] casse per Napoli, dove questa raccolta troverà adeguata collocazione”. E’ una bellissima storia, che unisce la passione e l’entusiasmo di una vita al recupero di un fondamentale bene culturale del Mezzogiorno. “La reggia di Carditello. Anni fa vidi un servizio al telegiornale sulla rinascita di Carditello. Era un luogo molto degradato, vandalizzato e circondato di discariche abusive della camorra. Va dato atto al ministro Franceschini di essersi speso personalmente per il recupero di questo sito con una Fondazione, capitali e impegno”.


Mio padre era ufficiale del Savoia Cavalleria e mi mise a cavallo per la prima volta a quattro anni. Da lì non ho mai smesso”


Carditello, a venti minuti da Caserta e quaranta da Napoli, fu uno dei centri nevralgici della rivoluzione fisiocratica nel regno di Napoli, sul modello della Francia di Luigi XV, un forte sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento. Le bufale (mozzarelle incluse) e, appunto, i cavalli. “Mio padre era ufficiale del Savoia Cavalleria e mi mise a cavallo per la prima volta a quattro anni. Da lì non ho mai smesso”. Si resta affascinati dai racconti di competizioni, di quel luogo sublime nella brughiera che è Casorate Sempione, “la Newmarket italiana”, di visite a castelli ed eredità, aste, lotte all’ultimo sangue per aggiudicarsi un morso da cavallo o chissà quale rarità. “Nel 2015 abbiamo presentato con il compianto Philippe Daverio [grande amante del mondo equestre] questo libro, “Equus frenatus”, che racconta la storia dei morsi della collezione, con bellissime fotografie di Michele Ostini. Tra i morsi più belli quelli provenienti dal Luristan, una regione dell’Iran: siamo tra il XII e l’VIII secolo a.C.”. Nel percorso di avvicinamento al definitivo approdo di questa strepitosa collezione a Carditello, si terrà una mostra al Museo Archeologico di Napoli, il Mann, che poi fara tappa a Pechino. Vi terremo aggiornati.