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Simone Facchinetti

Miseria & Nobiltà

La mostra di Giacomo Ceruti a Brescia

Fino al prossimo 28 maggio il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita una mostra spettacolare dedicata a Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, curata da Roberta D’Adda, Francesco Frangi e Alessandro Morandotti (catalogo Skira).
Il numero dei pezzi esposti, la loro qualità e l’articolazione del percorso la rendono un’occasione da non perdere. È infatti difficile immaginare che possa ripetersi in futuro un’impresa del genere.

Il sottotitolo chiarisce bene le ambizioni del progetto: “Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento”; ovvero l’idea di mettere alla prova l’itinerario artistico del pittore all’interno di un contesto più generale. Sin da subito il visitatore è sollecitato a verificare quali siano stati i precedenti di un tema (quello di argomento pauperistico) portato da Ceruti a livelli elevatissimi.


"Uno dei momenti più esaltanti della rassegna coincide con il ciclo di Padernello, un vero e proprio monumento della pittura della realtà"


Uno dei momenti più esaltanti della rassegna coincide con il ciclo di Padernello, un vero e proprio monumento della pittura della realtà in cui i protagonisti sono nani, ciabattini, ragazze che lavorano al tombolo, portaroli, filatrici, pellegrini e la più varia umanità dei bassifondi dell’epoca trasfigurata da uno stile che ha oramai raggiunto il suo apice.

Questo non è l’unico punto forte dell’esposizione, tutta giocata sui confronti con compagni di strada, antagonisti e modelli inarrivabili, con cui Ceruti ha via via aperto un intenso dialogo. Un capitolo rilevante è quello che documenta l’attività ritrattistica del pittore, che il visitatore incontra in vari momenti della rassegna. Si va da quelli giovanili (dove si percepisce già un’abilità fuori dal comune) a quelli lasciati nelle varie parti dell’Italia Settentrionale durante i suoi continui spostamenti alla ricerca di nuovi committenti. Le relazioni con il maresciallo Schulenburg – solo per fare un esempio – sono state particolarmente indagate, radunando anche due superbe nature morte che facevano parte della sua raccolta veneziana.