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Leonardo Piccinini

Andar per gallerie

Da Berardi a Canesso

Un amico a cui stavo esponendo l’idea di questa mostra un po’ distrattamente mi chiese se era l’ennesima mostra sul Grand Tour ed io mi ritrovai ad esclamare “Eh no! Il contrario!” scrive Gianluca Berardi nell’introduzione al catalogo di “Vite straordinarie. Arte tra viaggio ed esplorazione” (www.berardiarte.it, fino al 24 novembre, ancora pochi giorni!) presso la sua galleria romana, già proposta con grande interesse e riscontro alla Biennale dell’Antiquariato di Firenze. L’affascinante mondo di artisti viaggiatori come Ippolito Caffi, Hermann Corrodi, Galileo Chini…Tra le opere esposte mi piace ricordare l’inedito, magnetico ritratto del nostro Indiana Jones Giovanni Battista Belzoni, che un artista francese eseguì duecento anni fa, un anno prima della morte di questo straordinario personaggio ancora troppo poco raccontato. Quando vado al Caffè Pedrocchi di Padova, sotto il cielo stellato della sala egizia penso sempre a lui…

Nel secolo lungo, l’Ottocento, ci si imbatte anche a Milano, da Maurizio Canesso, con Francesco Hayez, Vincenzo Vela, Emilio Gola. Tre artisti di successo nella Milano dell’Ottocento, fino al 15 dicembre. Un omaggio alla Milano gloriosa di Brera, a pochi passi dalla galleria, aperta un anno fa (www.canesso.art). A Brera si conserva la grande tela di Hayez (1867) che cita Byron, la fine dell’anziano doge Marin Faliero che si avvia alla condanna a morte per aver congiurato contro la Repubblica. L’opera di Canesso, di vent’anni precedente (1844), racconta invece l’origine del risentimento di Falier: una storia di corna, e di malelingue. Viene accusato il giovane Michele Steno (pure lui futuro doge) di aver sfregiato la sedia dogale con la scritta: “Marin Faliero della bella mojer/altri la goda e lui la mantien”! Cherchez la femme, verrebbe da dire.