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Leonardo Piccinini

“Lo Stato siamo noi (?)”

Se avessimo avuto più soldi avremmo comprato ancora di più

Quanto ci manca la saggezza, la visione, il buonsenso di uomini colti, onesti e generosi come Piero Calamandrei. Nella sua Firenze, nei giorni felici, densi di visitatori ed eventi di una Biennale che è riuscita a restituire lo smalto dei tempi passati, chi ha seguito le cronache avrà potuto assistere alla buffa (mettiamola così) contraddizione di diversi approcci ministeriali. Da un lato la denuncia, in conferenza stampa, da parte del segretario Moretti del casus belli di tre opere notificate a mostra già avviata: “Tutti i mercanti in BIAF sono intellettuali preparati che sanno bene quello che può o che non può uscire dall’Italia. Lo Stato ci prende forse per dei banditi? Simili provvedimenti fanno scappare i mercanti migliori dalla Biennale”. Contemporaneamente il direttore del primo museo italiano, le Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, un tedesco di Friburgo con esperienze in mezzo mondo, impartiva a molti suoi colleghi una lezione su come gestire con serenità, in modo laico, senza inutili allarmismi, il rapporto tra amministrazione statale e privati; ricevendo in dono, da parte dell’antiquario Enrico Frascione, il disegno del pittore veneziano del Cinquecento – e figlio di Paolo Veronese – Carletto Caliari Giovinetta con cane, preparatorio per un’opera oggi custodita al Louvre; decidendo l’acquisto, senza ricorrere a vincoli, di quattro dipinti e due sculture, che entreranno a far parte delle raccolte fiorentine nei prossimi mesi. “Se avessimo avuto più soldi avremmo comprato ancora di più”. Ne riparleremo. Con serenità, appunto. Viva Calamandrei.