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Leonardo Piccinini

Sorprendente Maastricht

Il segreto del successo di TEFAF sta nel saper rappresentare la quintessenza di un’Europa in cui ogni meraviglia attende di essere capita, raccontata, amata.

Nessuna madeleine proustiana dei bei tempi andati, rien de rien. Persino una coreografica pioggia, di quelle vivaci, fastidiose, di stravento, rendeva tutto perfetto, come fossimo improvvisamente tornati d’inverno. Il miracolo di Maastricht: il TEFAF rinviato, poi annullato, poi nuovamente rinviato si ripeteva in un inizio d’estate che lasciava aperti molti interrogativi. Verranno gli ospiti stranieri, americani su tutti? Ci sarà quella qualità a cui siamo stati da sempre abituati (e che aveva reso obbligatorio il pellegrinaggio in luoghi tanto fuori mano…)? Se il Trattato di Maastricht, le regole così antipatiche che scatenano i populisti, nel trentennale (correva l’anno 1992, per l’Italia c’era De Michelis…) dichiara tutti i suoi limiti, il TEFAF ha saputo difendere l’indiscutibile primato che lo rende tanto amato da collezionisti, amatori e curiosi. Certo, dopo due anni mi colpiva la quantità di bastoni ad aiutare la deambulazione di tanti illustri visitatori (dismessi panciotti e papillon, in grande ascesa la giacca tirolese, in panno o lino). Certo, l’inconveniente dell’aria condizionata non prevista dalla direzione della fiera rendeva tutto molto più faticoso del solito. Ma le sorprese, le conferme, i motivi d’interesse erano talmente tanti da rimanere a bocca aperta. Un consiglio che mi sento di dare a chi tornerà da quelle parti nel 2023 (incrociamo le dita): andateci in macchina! Prendetevi del tempo e fermatevi lungo il tragitto, seguendo la massima di Renzo Piano che in tutto il continente non esiste luogo da cui non si possa raggiungere in un’ora una biblioteca, una sala da concerti, un museo. Collezioni di ogni genere ed epoca, a partire dal museo più bello degli ultimi decenni (realizzato dallo stesso Piano), la Fondazione Beyeler fuori Basilea. Il segreto del successo di TEFAF sta proprio in questo, nel saper rappresentare la quintessenza di un’Europa in cui ogni meraviglia attende di essere capita, raccontata, amata.