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Simone Facchinetti

Master Sculpture & Works of Arts

Segnali positivi dall’asta di Sotheby’s New York

In genere sui giornali finiscono le opere d’arte che fanno il botto. Sono tutti capaci a sparare titoli sull’ultimo record dei vari Botticelli, Rembrandt, Koons ecc.

È più raro che qualcuno registri lo scorrere di una giornata di sole, meglio dare la notizia di qualche straordinario evento meteorologico. Così l’andamento dell’asta Sotheby’s New York che ha chiuso i battenti lo scorso 28 gennaio (Master Sculpture & Works of Arts Part II) non se l’è filato nessuno, mentre merita qualche attenzione.

Il primo dato da evidenziare è l’altissima percentuale delle vendite: su un totale di 110 lotti solo 6 sono tornati ai rispettivi proprietari. Il fatto non è assolutamente normale, anzi è piuttosto straordinario. Forse è prematuro interpretarlo come il sintomo di una netta inversione di rotta (potrebbe essere il classico rimbalzo del gatto morto), tuttavia è un segnale che fa ben sperare.

Vediamo più nel dettaglio gli articoli che hanno movimentato l’asta. Una bella robbiana di inizio Cinquecento, stimata 10.000-15.000 dollari, è salita fino a 201.000 (compresi i diritti). Una notevole scultura gotica francese del XIV secolo (proveniente dall’Art Institute di Chicago) è costata 113.000 dollari (partendo da una stima di 18.000). Una cassetta rivestita con smalti di Limoges del XII secolo ha quadruplicato la base d’asta (fissata in 80.000 dollari). Bronzetti, maioliche, placchette, cornici, sculture lignee, in pietra terracotta e marmo: tutti i manufatti messi all’incanto hanno fatto il loro dovere.

Leggendo il catalogo online impressionano – per numero e spessore – le notizie di sala via via inserite. Segno che gli esperti di Sotheby’s sono stati costretti a lavorare un po’ troppo in fretta. Forse anche a causa di queste imprecisioni il mercato si è risvegliato, reagendo di conseguenza. Morale: il gatto si finge morto ma se salta fuori il topo è pronto a corrergli dietro.