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Marco Riccòmini

Jenny from the Block

La (bella) pittura è sempre la stessa e non ha età

Quando viene aperto il portale di Santa Maria Novella a Firenze, la croce di Giotto, sospesa sopra al suo altar maggiore, si vede fin dal sagrato e pare addirittura che, in cannocchiale, sia visibile persino dalla cappelletta ricavata all’interno dell’ex Spedale di San Paolo, oggi Museo Novecento, dov’è allestita parte della mostra “diffusa” dedicata a Jenny Saville (fino al 20 febbraio). Così si pone in un ideale vis a vis il ritratto d’una cieca Rosetta II della Young British Artist Jenny Saville posto sull’altare della cappelletta dell’ex Spedale, col lontano capolavoro del Trecento fiorentino. Non che si guardino davvero (vuoi per l’handicapp della prima vuoi perché il portale della seconda è sempre chiuso), ma in questo modo si lascia capire – in inglese To See, che si traduce anche con Vedere – a chi visita la mostra cosa viene a vedere. Lo intenderebbe più chiaramente chi visitasse anche l’altro pezzo di mostra al Museo dell’Opera del Duomo, dove il disegno della pittrice inglese Study for Pietà (2021) guarda alla Pietà Bandini di Michelangelo. E per chi, come me, aveva gli occhi colmi di autoritratti sbirciati nei depositi degli Uffizi, finire tra i ritratti della Saville nelle sale del Museo Novecento, Just a Block Away (a un tiro di schioppo) da Santa Maria Novella, è stata la naturale conclusione di una perfetta giornata fiorentina. Perché Don’t be fooled by the Rocks that I got / I’m still, I’m still Jenny from the Block (non lasciarti ingannare dalle pietre che ho / sono ancora Jenny from the Block), ossia la (bella) pittura è sempre la stessa e non ha età.