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Simone Facchinetti

I risultati di Master Paintings and Sculpture a New York (Sotheby’s)

Andamento positivo, nonostante qualche testa decapitata

L’asta newyorkese di Sotheby’s (Master Paintings and Sculpture Part I, 27 gennaio) ha riservato qualche salutare sorpresa e, allo stesso tempo, qualche prevedibile delusione. L’annunciato top lot è stato venduto, per loro fortuna. Risultato eccellente, non c’è che dire: 39.300.000 dollari (esclusi i diritti). Tuttavia l’andamento della competizione intorno al Cristo in Passione di Botticelli ha fatto venire il latte alle ginocchia. Da 38 milioni – quando hanno agganciato al telefono il primo collezionista – sono andati avanti con rilanci micragnosi di 100 o 200 mila dollari. I due che se lo sono conteso forse non lo volevano fino in fondo. Più che una gara a chi se lo sarebbe aggiudicato sembrava una sfida a chi sarebbe rimasto in mano il cerino. Alla fine è scattato l’applauso di rito ma dai volti scuri si intuiva che in sala c’era un po’ di tensione tra gli addetti ai lavori.


"il magnifico studio per il Diogene di Pieter van Mol ha quasi triplicato la base d’asta (fissata a 2 milioni)"


In percentuale sono stati venduti il 75% dei lotti, un numero di tutto rispetto, se non fosse che sono stati decapitati diversi Highlights come il presunto Correggio e il deludente Giovanni Bellini. Ma stiamo sui risultati positivi: il magnifico studio per il Diogene di Pieter van Mol ha quasi triplicato la base d’asta (fissata a 2 milioni); un quadro a luce artificiale di Gerrit Dou ha quintuplicato la stima (fissata in 150.000 dollari); due ordinari dipinti di Artemisia Gentileschi, ovviamente, venduti.

Morale: nulla di nuovo sotto il sole. Ovvero il mercato dei dipinti antichi è vivo e vegeto, a patto di poter contare su materiale sano, di qualità, fornito di attribuzioni assolutamente blindate.