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Simone Facchinetti

Bagliori gotici

Una mostra di primitivi alla Galleria Salamon

Dieci anni fa, all’età di 76 anni, scomparve Miklós Boskovists, grande specialista della pittura medievale. La misura dello studioso è rappresentata dai suoi scritti e dalla vitalità del suo magistero. Molti allievi di Boskovits insegnano oggi all’università, altri esercitano il ruolo di funzionari nei ranghi delle soprintendenze italiane.
Per commemorare l’anniversario della scomparsa dello studioso di origini ungheresi la Galleria Salamon (Milano, Palazzo Cicogna) ha pubblicato un libro e allestito una mostra. Il libro è una monografia dedicata agli esordi di Agnolo Gaddi (The Early Career of Agnolo Gaddi and a new Madonna and Child); la rassegna una significativa raccolta di testimonianze figurative, dal medioevo all’alba del rinascimento: Bagliori Gotici. Dal Maestro del 1310 a Bartolomeo Vivarini (aperta fino al 17 dicembre). Anche questa iniziativa è arricchita dalla pubblicazione di un catalogo (con testi di Alessandro Galli, Loredana Gallo, Federico Giannini, Giacomo Guazzini e Angelo Tartuferi).


"La mostra presso la Galleria Salamon è notevole per il numero e la qualità degli oggetti esposti. Personalmente mi porterei via il Giudizio universale di Niccolò di Tommaso per il suo stato di conservazione sorprendente."


Matteo Salamon, nel saluto introduttivo, ricorda che tra i vari libri che si alternano sulla sua scrivania non manca mai la Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento di Miklós Boskovists, un libro del 1975, ancora oggi un fondamentale strumento di studio per chi si occupa di questi argomenti.
La mostra presso la Galleria Salamon è notevole per il numero e la qualità degli oggetti esposti. Personalmente mi porterei via il Giudizio universale di Niccolò di Tommaso per il suo stato di conservazione sorprendente. Poi il tabernacolo portatile di Cenni di Francesco. Infine, per non offendere nessun parente, le tavole dei due Vivarini: Antonio e Bartolomeo. Questi ultimi li terrei vicini perché rappresentano entrambi dei Cristi in Pietà. Il primo è una lampante dimostrazione della vitalità della bottega di Antonio (frequentata anche dal geniale figlio Alvise, nipote di Bartolomeo), il secondo il tassello fondamentale di un polittico di destinazione meridionale (forse il pezzo apicale di quello di Andria, ora presso la Pinacoteca di Bari).
Dimenticavo: il catalogo è illustrato con schede aggiornate di tutte le opere esposte, scritte da allievi di Boskovits.