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Simone Facchinetti

Capitale e crocevia. Il mercato dell’arte nella Roma Sabauda

Uno strumento indispensabile per iniziare a penetrare un ambito di studi quanto mai bistrattato dal mondo accademico italiano.

L’Associazione Antiquari d’Italia non poteva esimersi dal sostenere la pubblicazione degli atti della giornata di studio intitolata Mercanti, collezionisti e conoscitori nella Roma Sabauda (1870-1915), celebrata alla Fondazione Zeri di Bologna nell’inverno del 2017. Sarebbe stato come dimenticare la propria storia, non favorendo – al contempo – una percezione positiva delle pratiche del mercato dell’arte, spesso fraintese dai non addetti ai lavori. Perciò il volume Capitale e crocevia. Il mercato dell’arte nella Roma Sabauda, a cura di Andrea Bacchi e Giovanna Capitelli (Silvana Editoriale, pp. 333, 30 euro) appare come uno strumento indispensabile per iniziare a penetrare un ambito di studi quanto mai bistrattato dal mondo accademico italiano. Dico italiano perché sul fronte inglese, francese, tedesco e statunitense, le indagini sul mercato dell’arte marciano più spedite.


"Gli argomenti trattati nel libro sono i più vari: si va dalla puntuale rassegna storiografica di Giovanna Capitelli all’affondo sulla “sfortuna” della scultura barocca di Andrea Bacchi. Non mancano ricostruzioni di profili di antiquari, oppure approfondimenti di casi esemplari. Un caso a sé è il saggio di Elisabetta Sambo dedicato a uno dei padri della storia dell’arte in Italia: Adolfo Venturi."


Gli argomenti trattati nel libro sono i più vari: si va dalla puntuale rassegna storiografica di Giovanna Capitelli all’affondo sulla “sfortuna” della scultura barocca di Andrea Bacchi. Non mancano ricostruzioni di profili di antiquari (Attilio Simonetti, la Galleria Sangiorgi), oppure approfondimenti di casi esemplari (la vendita della collezione Massarenti, il ruolo di Grigorij Stroganoff nel mercato dell’arte del tempo). Un caso a sé è il saggio di Elisabetta Sambo dedicato a uno dei padri della storia dell’arte in Italia: Adolfo Venturi. Già dal titolo si intuiscono le spinose questioni affrontate: “Adolfo Venturi e il mercato: un rapporto problematico”.
In sede di premessa Alessandra di Castro (Presidente AAI) auspica che questo lavoro sia foriero di un filone di studi che “esplori anche altre importanti città italiane, perché tante attività volte alla ricerca, ma anche alla comunicazione delle opere d’arte, tante dinastie di antiquari che hanno segnato, alternandosi di padre in figlio/a, la storia del gusto non vengano dimenticate”.