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Simone Facchinetti

Old Masters Worldwide. Markets, Movements and Museums, 1789-1939

Gli studi sulla storia del mercato dell’arte stanno riguadagnando terreno

Gli studi sulla storia del mercato dell’arte stanno riguadagnando terreno. Non che si siano mai fermati, per carità, tuttavia in passato stavano rinchiusi in una stanzetta riservata a pochi appassionati, in genere guardati dall’alto al basso dal mondo accademico. Non si capiva bene a cosa servissero e cosa c’entrassero con la storia dell’arte.
Potrei sbagliarmi ma nei prossimi anni assisteremo a un fenomeno di ampio riscatto di questi argomenti di studio, l’aria è cambiata e la stanzetta asfittica è stata dissigillata. Una dimostrazione piuttosto lampante arriva dal fatto che i musei stanno iniziando a comprare gli archivi dei mercanti d’arte. La National Gallery di Londra ha acquistato quello di Agnew’s: per intenderci gli stessi che vendettero la Venere allo specchio di Velàzquez al medesimo museo britannico nel 1906.


"Potrei sbagliarmi ma nei prossimi anni assisteremo a un fenomeno di ampio riscatto di questi argomenti di studio, l’aria è cambiata e la stanzetta asfittica è stata dissigillata. Una dimostrazione piuttosto lampante arriva dal fatto che i musei stanno iniziando a comprare gli archivi dei mercanti d’arte."


L’uscita di Old Masters Worldwide. Markets, Movements and Museums, 1789-1939 (a cura di S. Avery-Quash e B. Pezzini, Bloomsbury Visual Arts, £ 95) è un segno che va nella stessa direzione. Non solo, il volume fa parte di una collana “Contextualizing Art Makets”, di cui sono già annunciate le prossime quattro uscite.
Ma torniamo a Old Masters Worldwide. Il libro è introdotto da una prefazione di Gabriele Finaldi (direttore della National Gallery di Londra) e da un lungo saggio delle curatrici in cui è definito il campo d’indagine, la metodologia applicata, la periodizzazione. Dei 14 saggi che compongono il volume solo uno è dedicato al “caso” italiano (grazie alla ricerca di Pier Ludovico Puddu). Di per sé non è una brutta notizia, significa solo che c’è ancora molto da fare. Aspettiamo la nascita di un nuovo Francis Haskell che si dedichi alla storia del mercato dell’arte. In genere ne nasce uno ogni secolo. Se siamo fortunati è già in fasce.