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Leonardo Piccinini

Doppio Martini

Alberto Martini è oggi al centro di una doppia mostra romana

 

 

Andai dall’avvocato per stendere regolare contratto, con scadenze ed anticipo e spese di viaggio. Il contratto fu firmato dalle parti, in doppio esemplare, in una sala caldissima. La Marchesa entrò, ieratica come una maestà bizantina, in un costume oro e rosa pallido, costellato di gemme e perle e croci brillantate. Gli occhi immobili come di smalto”. Questo il ricordo dell’incontro, avvenuto all’inizio del Novecento, di Alberto Martini (Oderzo 1876-Milano 1954) con la celebre Marchesa Casati, una delle donne più eccentriche, discusse, amate (e odiate) del secolo. Che viveva in un antico rudere sul Canal Grande, l’incompiuto Palazzo Venier dei Leoni, da lei trasformato in un super loft ante litteram, bizzarramente arredato con meraviglie e orrori d’ogni genere. Sarebbe diventato poi il rifugio d’arte e di artisti di un’altra gran donna del secolo breve, Peggy Guggenheim. Oggi chi paga il biglietto per entrarci spesso non immagina quanta energia, quanta vita queste mura abbiano contenuto…


"Artista in anticipo (e insieme in ritardo) sui tempi, in qualche modo “isolato”, simbolista per gusto e formazione, con la mente sempre oltralpe, all’incisione nordica e a figure mitiche come Aubrey Beardsley, stimato dai surrealisti, Martini è oggi al centro di una doppia mostra romana."


Martini diventa per la Casati una specie di “pittore di corte”. Era il suo destino, legarsi a una figura così altrettanto emancipata. Artista in anticipo (e insieme in ritardo) sui tempi, in qualche modo “isolato”, simbolista per gusto e formazione, con la mente sempre oltralpe, all’incisione nordica e a figure mitiche come Aubrey Beardsley, stimato dai surrealisti, Martini è oggi al centro di una doppia mostra romana. Carlo Virgilio e Stefano Grandesso in via della Lupa (catalogo a cura di Alessandro Botta, fino al 25 giugno) presentano 44 opere ritrovate in collezioni private: difficile rimanere insensibili davanti agli straordinari, inquietanti disegni con le illustrazioni dei Racconti di Edgar Allan Poe…penna e inchiostro di china: “la penna è il bisturi dell’arte, è strumento acuto e difficile come il violino. Lavoravo con le più sottili penne del mondo “Made in England”, su carta piccolo cavallo, che facevo arrivare dalla Germania e che oggi non si trova più, e con l’inchiostro di Cina che veniva dal Giappone”. Mondi magici, esotici, ritmi lenti e un dandysmo compiaciuto, alla Huysmans.


"Un luogo per pochi alla volta, come conviene a questi tempi di cautela sanitaria, per gli happy few che amano guardare le cose a lungo e in pace"


E di nuovo poterne parlare a lungo con Monica Cardarelli, che da anni studia l’opera di Martini, e con Marco Fabio Apolloni, nei meravigliosi spazi di via Margutta, anzi in un nuovo spazio che, scrive Marco Fabio in catalogo (Maschere e Ombre, a cui si accompagna Il Poema delle Ombre, fino al 30 giugno) “abbiamo voluto chiamare Gabinetto dei Disegni, e che sarà dedicato d’ora in poi alle esposizioni d’arte grafica antica e moderna. Volevamo un luogo adatto alla tranquilla meditazione, al muto colloquio con i fogli. Un luogo per pochi alla volta, come conviene a questi tempi di cautela sanitaria, per gli happy few che amano guardare le cose a lungo e in pace”.