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Marco Riccòmini

Lo struzzo

Ma se, quando arriva il momento, anziché trovarvi sulla soffice rena lungo le rive del Lago Turkana avete il cemento sotto i piedi, che fate?

Dicesi fare lo struzzo di chi finge di ignorare un pericolo imminente per evitare di affrontarlo (dalla credenza che il pennuto, di fronte a una minaccia, nasconda la testa sotto la sabbia pensando così di non essere visto). Un po’ come il gatto che, convinto di essere invisibile sotto il divano, dimentica di ritrarre la coda. Lo Struzzo in bronzo, appartenuto a Horace Walpole (1717–1797), studiato da un noto esperto per conto di una casa d’asta della provincia inglese e valutato tra le ottantamila e le centomila Sterline, ha raggiunto sotto il martello un milione e quattrocentomila Sterline (circa €1.622.529,27), rendendo a tutti chiaro come la dicitura di “bottega di Giambologna” fosse, a dir poco, riduttiva. Si tratta dello stesso esperto che nel 1990 pare non abbia riconosciuto, in una statua da giardino che era chiamato a valutare, la perduta Fata Morgana del Giambologna, pur provando ad acquistarla alla chetichella per un pugno di Sterline (salvo che, poi, da una stima di tre–quattromila ne fece seicentocinquantamila, all’epoca un miliardo e seicento milioni di Lire). «I thought it was an attractive female figure which would suit my garden» (Ho pensato che fosse un’attraente figura femminile adatta al mio giardino), si difese, preferendo passare per fesso che per furbo. Viene, così, da domandarsi, viste le aggiudicazioni, se paghi fare la figura del fesso o, in questo caso, dello struzzo. Ma se, quando arriva il momento, anziché trovarvi sulla soffice rena lungo le rive del Lago Turkana avete il cemento sotto i piedi, che fate?