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Simone Facchinetti

Provenance Research Today

Una novità editoriale sul tema: “fa ballà l’oeucc”

Conoscere la provenienza di un’opera d’arte è fondamentale, per tanti aspetti. Innanzitutto per stabilirne la legittima proprietà, in seconda battuta per arretrare il più possibile le conoscenze sui possessori precedenti. Per le testimonianze dell’Ottocento e del Novecento non è raro poter riuscire a ricucire tutti i passaggi, fino alla prima vendita, direttamente dalle mani dell’artista al collezionista o alla galleria di turno. È ovviamente più raro farlo per le opere più antiche, anche se non mancano casi in cui il dossier sulla provenienza è completo. Spesso prima ancora dell’oggetto si compra la sua storia collezionistica. Un’opera posseduta da Carlo I, dal re Sole o da Napoleone, rischia di valere infinitamente di più di una con degli oscuri natali. Non è solo una questione di feticismo, componente che pure è rimarcabile.

Sull’argomento è appena uscito un libro a cura di Arthur Tompkins: Provenance Research Today. Principles, Practice, Problems (Lund Humphries, £ 30). Il libro è piuttosto tecnico, anche se l’editore afferma che è una lettura destinata al largo pubblico (cosa del tutto improbabile) e senza fotografie. L’unica è quella della copertina. Chi ragiona e pensa con le immagini è meglio che gli stia alla larga. È invece consigliato per tutti coloro che vogliono saperne di più sull’evoluzione degli studi e sulle pratiche che oramai informano il mercato dell’arte. Non manca un capitolo dedicato ai sequestri nazisti (Nazi-Era Provenance Reasearch) e neppure quello sulle buone pratiche da adottare in questo campo (Best Practice in Provenance Research). Morale: sospettare sempre, non solo su ciò che si compra ma anche sulla sua provenienza. Sono finiti i tempi in cui si andava dal mercante di libri antichi chiedendo una cinquecentina e ci si sentiva rispondere (in dialetto milanese): “al ghe all’Ambrosiana”? Erano anni in cui l’antica istituzione milanese vendeva, non solo libri ma anche dipinti. Ancora oggi, ogni tanto, ne salta fuori uno che, se identificato, deve essere restituito. Diffidare, diffidare, diffidare, è un mantra da imparare.