notizia

Simone Facchinetti

Scoprire un Leonardo con un click

La storia di Alex Parish e Robert Simon

L’antiquariato è amarcord: c’è chi si perde tra i gingilli della nonna e chi usa le stesse cose per ritessere una complessa storia culturale. Non è l’oggetto che fa la storia ma chi la sa interrogare adeguatamente.

Intorno al Salvator Mundi di Leonardo da Vinci hanno scritto, tecnicamente, cani e porci. Il libro di Ben Lewis (L’ultimo dipinto di Leonardo, pubblicato da Mondadori) è interessante per vari motivi, non ultimo perché ci si può perdere tra le frattaglie della cronaca passata, l’amarcord, appunto. Al di là della rigorosa ricostruzione della vicenda collezionistica del quadro – che sarebbe inutile aspettarsi da Lewis – quello che importa sono le voci dei protagonisti della scoperta: Alex Parish e Robert Simon. Sono le parti dedicate a questa coppia di Cristoforo Colombo a rendere la narrazione avvincente e, anche, istruttiva. Come Colombo non avevano la minima idea di dove sarebbero andati a sbattere, se in Catai o in Cipango. Sapevano solo che il dipinto era stimato molto poco e, seppur vagamente, che poteva aspirare a essere di un pittore leonardesco. Tutto qui? Si tutto qui: come vincere alla lotteria. C’è qualcuno che pretende di avere dei meriti quando sbanca il superenalotto?

In realtà dal libro di Lewis si apprende che i due antiquari avevano un metodo e, soprattutto, che lo applicavano rigorosamente. Non è ancora stata raccontata la storia del mercato dell’arte a cavallo dell’era internet. Nel libro c’è un potenziale primo paragrafo. Il passaggio epocale che va dalle polaroid spedite per posta alle foto digitali ricevute con un click. Il ritrovamento vero e proprio del Salvator Mundi è stato merito di Parish che ricorda il lavoro infernale che l’aveva portato fin lì: “Me ne stavo in un ufficio minuscolo, circondato da libri, e passavo – non scherzo – quattordici ore al giorno a fare questa roba. Cercare, cercare, cercare. Letteralmente: click, click, click, click. Non lasciavo che in questo paese [gli Stati Uniti] si vendesse un solo quadro senza che io lo sapessi”.