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Marco Riccòmini

CAST AWAY

Ma in un mondo già esplorato, ci capiteranno mai Voyages extraordinaires? E quel che sta succedendo non è, forse, un’avventura in Terra Incognita, che richiede l’ausilio di strumenti nuovi?

Sere fa ho rivisto Cast Away, il film con Tom Hanks. Lo ricordavo scena per scena, perché fin da quando, ragazzino, divorai L’île mystérieuse di Jules Verne (1875), mi sono sempre chiesto come me la sarei cavata se mai fossi naufragato su un’isola deserta. Di certo, non sarei riuscito a costruire un ascensore idraulico come fabbricarono nel racconto i cinque naufraghi dell’aria. Le Robinsonnades (dal romanzo The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe, of York, Mariner di Daniel Defoe), affascinano da sempre e, anche per questo, il film diretto da Robert Zemeckis è stato un successo. Ma in un mondo già esplorato, ci capiteranno mai Voyages extraordinaires? E quel che sta succedendo non è, forse, un’avventura in Terra Incognita, che richiede l’ausilio di strumenti nuovi? Non la clava di pietra ma, forse, l’aggiornamento dei mezzi di comunicazione. E, come alcuni stanno rivalutando i social, così i musei cercano di attrarre attenzione con tour virtuali delle collezioni o delle mostre. E come quando, con la voglia di partire senza una meta precisa, vi sarà capitato di guardare le proposte davanti alla vetrina di un Tour Operator, così, con la voglia di lustrarvi gli occhi, potreste sfogliare le offerte virtuali di musei grandi e piccini. Scoprireste che la distanza di linguaggio informatico e lessicale tra i siti dei nostri grandi musei e quelli stranieri è tanta quanta quella che separava nella pellicola del 2000 l’isola di Monuriki alla città di Memphis, da dove partì l’ingegnere Chuck Noland per un viaggio che gli cambiò la vita. Provare per credere.