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di Marco Riccòmini

Traje de Luces

Come un romanzo, o due, o tre

Non capita spesso di leggere di aste nelle pagine dei quotidiani che non sono dedicate al mercato dell’arte (redatte, di solito, da chi non ha mai provato il brivido d’alzare una paletta per conto proprio, come quei commentatori di calcio che non hanno mai rincorso un pallone). E, se capita, è perché dietro al commercio c’è una storia da raccontare. Così, la notizia che una casa d’aste del Connecticut (la University Archives di Westport) poneva in vendita il traje de luz appartenuto al celebre torero Antonio Ordoñez (1932–1998) è stata intercettata da ‘Il Foglio’ (Adriano Sofri, La lettura dei cataloghi delle aste antiquarie riserva piaceri romanzeschi, 15 gennaio 2020). Ad attrarre l’attenzione, in questo caso, non era solo la fama del matador che aveva indossato quel costume sfidando le corna (d’un toro), ma che quel costume fosse in seguito appartenuto ad Ernest Hemingway e poi da questi donato ad Aaron Edward Hotchner (autore nel 1966 di Papa Hemingway), che ora se ne separava.

Una catena di passaggi che dal torero, rivale di Dominguin e figlio di quel ‘Niño de la Palma’ che diede corpo al ‘Pedro Romero’ di The Sun also Rises, il primo romanzo di Hemingway (1926), passando per il grande scrittore, arrivava fino al suo biografo, il cui Bildungsroman del 1973, King of the Hill, divenne il film diretto nel 1993 da Steven Soderbergh. «Come un romanzo, o due, o tre», per usare le parole di Sofri. E molti altri ancora, aggiungerei; pensando a tutte le storie che gli oggetti che ci sono passati per le mani potrebbero raccontare e che attendono, ancora, di essere un giorno raccontate.