notizia

di Leonardo Piccinini

PARIGI-ROMA

Modelli, artisti e architetture

1666. Questo numero, apparentemente diabolico, corrisponde alla data d’inizio di una delle avventure più feconde nella storia di Roma: la fondazione, da parte di Luigi XIV (lui sì diabolico), dell’Accademia di Francia, l’istituzione nata per consentire ai giovani artisti francesi di perfezionarsi a Roma…e per trasmettere all’ambizioso regno di Francia il gusto e la tradizione artistica sedimentati nella Città Eterna.

Nel 1804 l’Accademia si trasferiva in uno dei luoghi più stupefacenti di Roma, Villa Medici, che tutt’ora la ospita, e presso cui è possibile visitare (fino al 1 marzo) una sofisticata mostra (curata dal direttore del Louvre Jean-Luc Martinez) sulle imponenti campagne di riproduzione di modelli in gesso, tratti dalle celebri sculture di cui la città era (ed è) disseminata. Galata, Niobidi, Colonna Traiana…

Modelli per monumenti, fontane di Versailles, decorazioni per dimore reali. Un affascinante itinerario in 87 opere, la più alta manifestazione di amore nei secoli per l’Italia e la classicità.

Pochi metri sotto il colle del Pincio su cui è collocata la villa, e si arriva in breve alla galleria di Paolo Antonacci, in Via Alibert. In perfetta continuità con il mood italo francese di cui sopra, ecco esposta (fino al 12 gennaio) una selezione di disegni e acquerelli dell’architetto Augustin-Théophile Quantinet (Parigi 1795-1867): rilievi, piante ed alzate di palazzi romani noti e meno noti. Nel 1820 Quantinet risiedette presso l’Accademia di Francia, viaggiando in lungo e in largo l’Italia e soggiornando più volte a Roma. Raccolte di suoi disegni sono conservate presso il Getty Research Institute di Los Angeles e l’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi. Il cortile di palazzo Doria Pamphili, allora ancora attribuito a Bramante, l’esedra di Villa Albani Torlonia (uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti di Roma), la loggia capitolina per tradizione detta del Vignola…un prezioso contributo alla storia dell’architettura e del gusto, allora totalmente soggiogati dalle meraviglie di Roma.