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di Leonardo Piccinini

MIRACOLO MAASTRICHT

Solo qui è possibile perdersi in un infinito percorso che dalle maschere dell’Egitto tolemaico arriva a Luigi Ontani.

Mi trovo a scrivere questi pochi pensieri nel giorno di San Benedetto, patrono d’Europa, reduce dal viaggio (by car) in quell’incredibile laboratorio delle arti di ogni epoca e provenienza, mecca di collezionisti, mercanti, storici e curiosi: il TEFAF di Maastricht. Un miracolo che si ripete ogni anno, nelle lande di un angolo del Limburgo, cuneo olandese tra il Belgio e la Germania, luogo simbolo dell’Europa economica ma pure di quella storica, a partire dal Traiectum ad Mosam di romana memoria. Solo qui è possibile perdersi in un infinito percorso che dalle maschere dell’Egitto tolemaico arriva a Luigi Ontani (apparentemente legato a quelle fantasie policrome…). Tutto parla d’Italia: la nostra lingua riecheggia in ogni angolo della mostra, dall’agguerrito plotone degli espositori (quelli provenienti dall’Italia e i residenti all’estero) allo sciame di visitatori, agli storici dell’arte, compresi gli stranieri che per amore del Paese ne imparano la lingua (aspetto che non cesserà mai di impressionarmi !). Dalla Roma giulio-claudia al Rinascimento, a Marino Marini, la migliore valorizzazione dell’arte italiana la si può imparare sul mercato. Interi brani di storia dinastica italiana, attraverso gli stand: il matrimonio (sfortunato) di Cosimo III de’Medici e Margherita Luisa d’Orleans, nei ritratti di Montauti e Foggini. E provenienze davvero affascinanti, come nel caso del Genio della caccia di Pompeo Marchesi appartenuto alla contessa Yuliya Samoylova. Già amante dello zar Nicola I, era solita acquistare grandi quantitativi di latte per il bagno mattutino nel suo palazzo del Borgonuovo a Milano. Poi, dopo le abluzioni, rivendeva questo latte alla pasticceria Cova per farne cappuccini con un malizioso valore aggiunto: il retrogusto della contessa…Se le gerarchie ministeriali facessero lo sforzo di un viaggio al TEFAF, potrebbero provare a capire come e quanto l’economia di un territorio sia esplosa negli ultimi decenni proprio grazie al mercato d’arte. Certo, la Biennale di Firenze compete per storia, luoghi e qualità (mancano pochi mesi a settembre!) ma la facilità con la quale si concretizza l’Europa di Maastricht non ha, davvero, paragoni.