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di Marco Riccòmini

PARMA 1816

Parma 1816, dal ministro Magawly alla duchessa Maria Luigia.

Vedo ussari in sella a cavalli bardati a festa, e ulani polacchi dagli elmi infiocchettati e corazze luccicanti aprire, picche in resta, il corteo che quel soleggiato giorno di aprile traversò metà della città lungo la Strada Maestra che dalla porta San Michele conduceva fino quasi alla Pilotta (l’altra metà dell’abitato, quella dell’Oltretorrente detta «dedlà da l’acua», era ed è ancora guardata da molti parmigiani come territorio d’outre-mer). Quei baldi cavalieri scortavano al trotto Marie-Louise d’Asburgo-Lorena che dopo più di un mese di viaggio, cominciato a Vienna e non privo di qualche detour turistico (come alle grotte di Postumia), arrivava a prendere possesso del regno assegnatole dal Congresso di Vienna dopo la caduta di Napoleone, ossia il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Ne tenne le redini, tra alti e bassi e qualche inevitabile congiura, circa trent’anni, non poco per quei tempi.

A ricordo di quella storica primavera di duecento anni fa, in due salette del Museo Glauco Lombardi a Parma, si sono raccolti cimeli (oggi si direbbero memorabilia), stampe e qualche dipinto. Entro una teca sta un fossile di Sargo («Le Sargue dei Francesi», informa l’antica didascalia) del preistorico Eocene, giunto dal giacimento della Bolca, sui Monti Lessini, ad arricchire il costituendo «Gabinetto d’Istoria Naturale dell’Università di Parma»; tacito (è il caso di dire) testimone dell’inizio di una stagione felice e illuminata per le scienze e per le arti del Ducato, come più non si vide e per questo ancora nostalgicamente rimpianta dagli ex sudditi del piccolo reame padano.  


Parma 1816, dal ministro Magawly alla duchessa Maria Luigia. Dal 16 aprile al 25 settembre (catalogo a cura di Francesca Sandrini, pp. 261, € 25,00).