A cura di Studio Esseci
Dal 26 settembre al 4 ottobre, a Palazzo Corsini la 29^ Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze - BIAF. Fabrizio Moretti: “Sarà la vetrina mondiale dell’arte italiana”.
“Ancora più qualità e più internazionalità per confermarsi come la grande vetrina mondiale dell’arte italiana”
Fabrizio Moretti, dall’aprile dello scorso anno Segretario Generale della Biennale, si prepara alla prossima ventinovesima edizione (a Palazzo Corsini sull’Arno, dal 26 settembre al 4 ottobre) con idee chiare e molta determinazione.
In questo stimolante progetto di transitare verso un sempre più grande futuro una manifestazione dal così illustre passato, la più importante in Italia e una delle poche di livello effettivamente mondiale, Moretti è affiancato da un Comitato Direttivo altrettanto motivato.
A presiederlo è Dario Nardella con Giovanna Folonari e Enrico Frascione, in veste di vice presidenti. Lo compongono, oltre allo stesso Moretti, Riccardo Bacarelli, Massimo Bartolozzi, Alessandra Di Castro, Fabrizio Guidi Bruscoli, Carlo Orsi (Presidente Associazione Antiquari d’Italia), Giovanni Pratesi, Luigi Salvadori (in rappresentanza di Assoindustria Firenze) e Furio Velona (Presidente Associazione Antiquari di Firenze). A comporre un preciso mix di esperti, a rappresentare il meglio dell’antiquariato fiorentino e italiano.
Il Comitato della Mostra Mercato Internazionale dell’Antiquariato è, a sua volta, costituito dal Comune di Firenze, dal Sindacato degli Antiquari di Firenze e Provincia, dall’Associazione Antiquari d’Italia; dall’Associazione Amici della Biennale dell’Antiquariato di Firenze. Insomma una Biennale dall’impianto molto solido, strutturato e collaudato, a partire dal 1959, data della prima delle attuali 29 edizioni.
Fabrizio Moretti, da toscano doc, conosce bene storia e grandezza della manifestazione che gli è ora affidata.
“Essere senza rivali in Italia e guardare alla pari le più importanti manifestazioni mondiali del settore, oggi non è più sufficiente. Credo sia necessario uno scatto ulteriore: vogliamo essere la vetrina più qualificata, ampia, affascinante della grande tradizione artistica italiana.
L’arte italiana è ancora molto amata nel mondo, anche se deve scontrarsi con nuove mode e tendenze. Chi l’ama, la colleziona e vuole comunque conoscerla deve sapere che la vera, imperdibile vetrina la trova a Palazzo Corsini. Qui ogni due anni gli antiquari più qualificati espongono i loro pezzi migliori, per presentarli ai connoisseurs di tutto il mondo.
Quindi una selezione “brutale” di chi espone e su ciò che viene esposto, basata sulla eccellenza della qualità.
Che si tratti di qualità garantita e sicura, è cosa del tutto ovvia per una manifestazioni di questo livello. Su ogni pezzo vigila il Comitato vetting composto da esperti inattaccabili e sulla provenienza il Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Pezzi d’eccezione che il compratore può portarsi a casa in qualsiasi parte del mondo, dato che avranno già superato le pratiche per l’esportazione.
I nostri ospiti debbono sentirsi a casa, accolti da una città bellissima com’è Firenze, da un palazzo sontuoso com’è Palazzo Corsini, ammirando le opere superbe degli stand allestiti da Pier Luigi Pizzi, incontrandosi, rilassandosi, godendosi la magnificenza del Salone del Trono che, per la prima volta, non sarà area commerciale ma “salotto” per i nostri visitatori. Un luogo magnifico dove scambiarsi opinioni ed emozioni.
Sogno una Biennale slow, un luogo dei sogni realizzabili, dove sia bello soffermarsi, guardare, esaminare, confrontarsi, scegliere come se si fosse in un salotto di casa, in una serata tra amici uniti da una passione meravigliosa: quella per la grande arte
Il mio modello ideale non è nessuna diversa mostra antiquaria, ma un festival musicale, quello che ogni anno si tiene nella cittadina svizzera di Verbier: qui, in un paesaggio da sogno, in un conteso bellissimo, si danno appuntamento appassionati da tutto il mondo, un ampio e sempre fresco club di amici. Per godere del meglio della grande musica. Un Festival dove ogni momento ha il fascino della magia, da vivere da protagonisti.
Così mi piace immaginare la prossima nostra Biennale: raffinata, magica e veramente aperta al mondo”.