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La Bellezza è un buon partito

Pretendenti, paladini e uffici tecnici

Ma come fanno gli italiani a non essere amanti della bellezza? Appena nati vedono un poggio con un cipresso, una casa con gli archi e una colombaia leopoldina, dopo ci si inginocchia su una panca con davanti una maestà dorata, un altare di marmi colorati e a destra un crocefisso policromo che sormonta un confessionale intagliato. Poi avviandosi nella vita si incontrano i musei, le strade di paese, certi palazzì, le case povere e semplici in un equilibrio commovente. Dalle divise degli artigiani agli abiti equilibrati indossati per le cerimonie. Tutto rispondente a un ordine senza regole scritte ma affidato alla sapienza che il tempo aveva consegnato alle consuetudini. Poi piano piano questo tessuto ordinato ha cominciato a smagliarsi: le case povere sono diventate palazzotti pretenziosi, le strade di paese hanno messo dei pilastri anti parcheggio, l'oro antico delle pale è stato restaurato e ora è ricco e smagliante e poco disponibile ad ascoltare sommesse preghiere. Tutto è cambiato; rimane poco. Nei poggi coi cipressi, case a schiera ne alterano i profili. Inaccettabili modifiche del paesaggio, oltraggiose e intollerabili, sono dovute alla stupidità di modesti uffici tecnici locali. Siamo assolutamente indifesi di fronte allo scempio che stiamo subendo. Il paesaggio viene oltraggiato e la nostra anima, e la nostra storia, consegnate alla rassegnazione. Ma è con piacere che abbiamo letto che un paladino della bellezza, anarchico, insofferente, privo di ogni tattica politica, abbia deciso di prendere il comando di questa impossibile battaglia della tutela. Vittorio Sgarbi che in questa impresa si fa accompagnare daun politico discreto e perbene come Giorgio La Malfa Dai proclami dell'ufficio stampa sappiamo che mirano ad ottenere due o tre seggi al Parlamento Europeo; ci pare poca cosa di fronte alle difficoltà e ai problemi che dovranno affrontare. Consigliamo a Vittorio Sgarbi di non fare tutto quello che ha fatto quando era Sottosegretario del Ministro Giuliano Urbani. Gli consigliamo questo perché a lui siamo affezionati e lo stimiamo. Affronti un problema alla volta e cerchi di portarlo in fondo. Non è facile a chi come lui, e come noi, è sopraffatto dall'orrore quotidiano dei misfatti che vengono perpetrati nel nostro bel paese. La voglia di urlare ogni cinque minuti è cosi impellente da poterla trattenere con difficoltà, ma nella sua veste politica deve controllarsì dando all'indignazione regole, rimedi e divieti. Uffici con queste deleghe esistono già nel nostro paese, citiamo Italia Nostra, il Fai ecc., istituzioni che non poco hanno fatto a difesa della bellezza. Ma il tempo e lo strapotere della speculazione hanno fiaccato la spinta iniziale in una sorta di arreso compromesso. Le Soprintendenze ai Monumenti e alle Gallerie sono l'ultimo baluardo a difesa di quello che resta della cittadella ideale, ma i deprecati uffici tecnici comunali, possono liberamente predisporre insediamenti persino industriali in parti del paesaggio intoccate da sempre, in barba alle volontà e ai controlli delle Soprintendenze. Da qui nasce l'intuito di formare un partito che non dovrà essere velleitario e privo di poteri, ma ci auguriamo che venga delegato a una forma di controllo e di difesa contro le offese e gli scempi. Il nostro non è un pianto solitario, sappiamo che nel nostro paese molti la pensano come noi, d'altronde l'evidenza delle cose è così palese che ogni sensibilità dotata di un minimo di cultura è quotidianamente offesa e calpestata. Con queste premesse Sgarbi e La Malfa, se sapranno riunire intorno a loro uomini di qualità e onesti, sicuramente troveranno un sorprendente riscontro elettorale. E quanto auguriamo loro nella speranza di trovare chi protegge e difende la bellezza. 

05.2004