di Leonardo Piccinini
Oltre 30mila visitatori hanno affollato le sale di Palazzo Corsini nei dieci giorni di apertura al pubblico.
“La Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze 2017 si conferma un grande successo: sono stati superati gli ottimi risultati dell’edizione 2015, anche grazie alla sempre maggiore qualità delle opere presentate dagli antiquari, che hanno compiuto una ricerca approfondita e osato sempre più con l’arte del Novecento”. Nelle parole di Fabrizio Moretti, Segretario Generale BIAF, la soddisfazione per gli oltre 30mila visitatori che hanno affollato le sale di Palazzo Corsini nei dieci giorni di apertura al pubblico; è stato calcolato un giro d’affari per la città di Firenze di circa 50 milioni di euro. La qualità delle opere esposte era davvero alta, basti pensare alle tre premiate dalla Commissione Scientifica della Biennale: migliore scultura per il San Giovanni Evangelista di Giovanni Angelo del Maino (1530) da Mehringer-Benappi, miglior dipinto alla sensuale Allegoria della Pazienza di Carlo Dolci (da Carlo Orsi) ex aequo con Il carro allegorico del principe Giovanni Battista Borghese di Johann Paul Schor, esposto da Alessandra di Castro.
"...è stato calcolato un giro d’affari per la città di Firenze di circa 50 milioni di euro."
E numerose le vendite, anche a istituzioni cittadine: Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, ha annunciato l’acquisizione di due tavole di Mariotto di Nardo (Firenze 1365-1424) con i Santi Giovanni Battista, Nicola di Bari, Antonio abate e Giuliano, fino agli anni Venti ancora in Collezione Corsini, esposte da Salamon&C. E gli Amici della Galleria dell’Accademia, neonata associazione presieduta da Fausto Calderai, hanno assicurato al museo una raffinata scultura (venduta da Giovanni Pratesi) di Lorenzo Bartolini raffigurante il drammaturgo Giovanni Battista Niccolini, firmata e datata 1827 (l’Accademia già ne possiede il calco in gesso).
"E il sistema museale fiorentino rende omaggio al proficuo rapporto tra mercato d’arte e patrimonio pubblico, che continua a incrementarsi."
E il sistema museale fiorentino rende omaggio al proficuo rapporto tra mercato d’arte e patrimonio pubblico, che continua a incrementarsi. Dopo la mostra dedicata ai bozzetti di Luca Giordano e Taddeo Mazzi (agli Uffizi fino al 15 ottobre) è ora da non perdere, fino al 7 gennaio a Palazzo Pitti, “I nipoti del Re di Spagna”, esposizione che presenta al pubblico il dipinto di Anton Raphael Mengs (1771) raffigurante i due figli piccoli di Pietro Leopoldo di Lorena, Federico e Maria Anna, vestiti in abito contemporaneo e colti in un interno dello stesso Palazzo Pitti. L’opera, acquisita nel 2016 presso Carlo Virgilio, si inserisce in un programma di accrescimento delle raccolte museali così descritto dal direttore Eike Schmidt: “ Ho sempre pensato agli Uffizi come un museo vivo, che compra quadri ed opere, per la collettività. Pietro Leopoldo Granduca di Toscana è un ottimo esempio in questo senso perchè aggiunse molto alle collezioni degli Uffizi, comprando in tutti i campi, particolarmente nella scultura antica, greco-romana, etrusca ed egiziana, però anche disegni e quadri per gli Uffizi. Noi con questi acquisti continuiamo la tradizione di Pietro Leopoldo con questo quadro incompleto, che si inserisce nel discorso tutto fiorentino del ‘non finito’”.