vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Galleria Previtali

Tre generazioni di antiquari


Storia
La Galleria Previtali è il frutto di tre generazioni di antiquari. Tutto ebbe inizio quando Gianni Previtali rilevò un’attività risalente al 1929, la Galleria Permanente d’Arte. Il figlio Gianmaria iniziò l’attività in collaborazione con i genitori e poi con una sua propria Galleria (quella attuale) nel 1963. Trent’anni fa si è unito Francesco, con una parentesi di studi da Sotheby’s, assieme al fratello Gabriele.
La Galleria non ha una singola specializzazione ma è piuttosto il condensato di esperienze, interessi specifici e gusti personali che hanno attraversato quasi un secolo e che sono in continua evoluzione. Abbiamo sempre avuto due sedi espositive proprio per differenziare e mostrare al pubblico la selezione di opere di vario genere e di varie epoche che possiamo offrire. Attualmente oltre al magazzino storico di opere antiche (dipinti italiani del ’600 e ’700 e mobili dal Luigi XIV al Luigi XVI) ha assunto un ruolo rilevante il Novecento, dall’art déco al design degli anni ’70, senza tralasciare qualche promettente artista contemporaneo. L’idea è quella di riuscire a creare uno scrigno d’arte senza confini di spazio e tempo.

Scoperte
Sono tante le opere riportate alla luce nel corso degli anni. Forse era più facile quando la circolazione delle informazioni era più limitata e la conoscenza specifica e approfondita di un argomento (un pittore, uno stile, ecc.) consentiva di individuare un’attribuzione laddove nessun altro ne aveva coscienza. Dipinti che solo a seguito di una attenta pulitura mostravano la giustezza di un’intuizione sono stati pane quotidiano per Gianmaria, nel corso della sua professione. Un oggetto che ci ha dato grande soddisfazione al momento dell’acquisto è stato un mobile unico nel suo genere realizzato alla metà del secolo scorso interamente decorato con la tecnica della laccatura su guscio d’uovo.

Futuro
Essere custodi di un immenso patrimonio del passato non ci deve inchiodare in un immobilismo anacronistico. Dobbiamo evolvere per poter comunicare alle nuove generazioni che oggi, per tanti motivi, sembrano poco interessate al patrimonio artistico che fa dell’Italia il ricco e splendido paese che tutti conosciamo e ammiriamo.