vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Gianluca Bocchi: Galleria d’Orlane

Corsi e ricorsi storici


Storia
Da mio padre ho assimilato il gusto, la passione per il collezionismo e la ricerca storico-artistica. Stavo terminando gli studi in Medicina e Chirurgia, una tradizione di famiglia, quando mio padre acquistò e ristrutturò una palazzina del XVI secolo seguendo un restauro estremamente conservativo, per ambientarci la sua collezione di dipinti antichi in mezzo ai quali ero cresciuto. Da lì a fondare Galleria d’Orlane nel 1984, con un anno di anticipo sulla futura laurea, il passo fu breve.
Sin dall’inizio mi sono dedicato al dipinto antico, dal XVI al XVIII secolo, ma la conoscenza e la frequentazione di Luigi Salerno, Mina Gregori, John T. Spike e soprattutto Federico Zeri in anni in cui lo storico di Mentana stava dando corpo ai due volumi dell’Electa sulla natura morta italiana e mi mostrava le centinaia di fotografie che gli arrivavano, mi hanno spinto a dedicarmi come mercante e come studioso a questo genere pittorico.

Scoperte
Credo che qualunque antiquario resti legato alle sue prime scoperte, nel mio caso due tavole raffiguranti San Pietro e San Paolo, ante laterali di un trittico in seguito ricostruito in letteratura da Giovanni Previtali. Avvincente fu il percorso identificativo dell’autore, Girolamo Alibrandi detto il Raffaello da Messina, che si deve alle ricerche di Sergio Marinelli. Furono acquistati dalla Regione Sicilia per il Museo di Messina. Ma ricordo con molta emozione anche la scoperta della sigla F.G. nella natura morta di collezione privata che mi consentì di riaprire il discorso sulla produzione di fiori veneziana di Francesco Guardi così ben esemplata dalla mostra allestita a Trento fra il 2012 e il 2013.

Prassi
Ho sempre sostenuto che non esiste un solo modo di esercitare questo lavoro ma ne esistono tanti quanti sono gli operatori del settore. Per quanto mi riguarda, commercio, consulenza, studio, ricerca, produzione di articoli, elaborazione di schede per mostre, pubblicazione di libri sono ormai un tutt’uno in una dedizione a 360 gradi alla natura morta italiana. Entro l’estate sarà pubblicata la monografia Margherita Caffi e l’atelier dei Vicenzini che condenserà le ricerche di venticinque anni, in minima parte comunicate con anticipazioni su varie riviste, in particolare gli articoli su “Arte Lombarda” del 2014 e 2015.

Futuro
Sinché c’è la passione il nostro mestiere non morirà mai, e poi credo nei corsi e ricorsi storici…