vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Gherardo Turchi

Il mestiere delle armi


La storia e gli inizi
La passione per l’arte, l’antiquariato e, nello specifico, per le armi antiche è stata ereditata da mio padre Bruno, il quale a sua volta l’aveva ereditata da mio nonno Giorgio, il fondatore della ditta nel 1942. Da quasi vent’anni è passata sotto la mia direzione e, assieme a mio padre, continuiamo a perseguire la ricerca della finezza artistica nel mondo antico. Tre generazioni di antiquari accomunati dall’amore per l’arte e soprattutto per le armi antiche, una delle effigi che più caratterizzano la nostra storica ditta. Amo l’arte applicata alla guerra: anche gli strumenti bellici possono divenire veri e propri capolavori di scultura e gioielleria, oltre che di ingegno. Sin da bambino ho sentito il richiamo allo studio delle armi, crescendo in mezzo a spade, armature e fucili antichi. La passione è divenuta lavoro, tanto da impormi come uno dei pochi esperti accreditati nelle Camere di Commercio italiane, come pure nei musei internazionali. Ho scritto un libro sulla storia delle armi bianche e della loro evoluzione, niente più che una “semplice guida per coloro i quali volessero saperne un po’ di più sul mondo delle armi bianche, senza dover per forza attingere a testi tecnici e complessi”.

Scoperte
Tra gli oggetti ai quali sono rimasto legato devo menzionare uno splendido scudo del XVI secolo in ferro sbalzato di Lucio Piccinino; ma anche un falcione da parata in ferro inciso e dorato dell’inizio del XVII secolo realizzato per la guardia della famiglia Borghese Caffarelli. In questo momento sono stregato da una splendida coppia di pistole a doppia canna realizzate dall’armaiolo bresciano Pietro Alzano nel XVII secolo. Forse sarà perché ci si innamora sempre dell’ultimo oggetto acquistato… 

Futuro
Dopo un altro, che si può immaginare ma non dire, quello dell’antiquario è il mestiere più vecchio del mondo. Commerciamo in arte, quindi il bello e il bello non avrà mai fine. C’erano antiquari già ai tempi degli antichi romani, ci saranno per i prossimi duemila anni in quanto la ricerca estetica per l’uomo è, e sarà sempre, una priorità fondamentale.