vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Riccardo Bacarelli

L’antico con occhi nuovi

La foto cattura una stanza piuttosto spoglia, l’occhio tuttavia è attratto dalla vera protagonista: la porta, mimetizzata nella parete dipinta. Villa Medicea di Artimino, “in una foto di Massimo Listri, che ha reinventato la fotografia d’interni sapendo rivolgersi al passato con occhi nuovi” mi racconta Riccardo Bacarelli che la conserva dietro la scrivania, riconoscendosi pienamente in questo sovvertimento delle vie già tracciate, “grazie a una curiosità e a una passione che non mi abbandona mai. L’antico richiede conoscenza, la conoscenza sacrificio, ma è uno sforzo che appaga tantissimo! Ti eleva, ne hai fisicamente e psicologicamente bisogno”. Siamo in via dei Fossi – dal fossato che correva sotto le mura del Duecento, quelle dell’epoca di Dante, insieme a via Maggio indirizzo dell’antiquariato par excellence – e Riccardo guida una galleria dalla lunga storia, “ci stiamo avvicinando al secolo! Venne fondata da mio nonno Rizieri nel 1923, l’anno di nascita di mio padre Benvenuto. Io, dopo un periodo in America, ho iniziato a occuparmene negli anni ’90. Mi sono concentrato su pittura e scultura, lasciando il mobilio e provando a catturare l’attenzione di un pubblico nuovo, con altri gusti e sensibilità”. Ma cosa spinge un giovane oggi a questo mondo così ricco e complesso? “Mah, io ho molte speranze per l’arte antica, la trovo imprescindibile. Mio figlio ha finito l’università, e ha rivelato per l’arte e l’antiquariato una sorprendente passione. Vedo suoi amici incuriositi. Non è straordinario?”