vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Francesco Palminteri

Tradizione e innovazione


La storia e gli inizi
Nel 2000 ho iniziato ad affiancare mio suocero Giuliano Matteucci nella gestione della Società di Belle Arti di cui oggi sono direttore. Il nome di Matteucci è indissolubilmente legato all’arte italiana del XIX e XX Secolo, a pubblicazioni, mostre ed importanti iniziative nazionali ed internazionali. Risale al 1967 la sua prima esposizione alla Galleria Carini di Milano, con opere della Scuola toscana provenienti da importanti collezioni fiorentine. Due anni dopo fonda la Società di Belle Arti, assumendo un ruolo leader quale referente di alcune delle principali istituzioni museali, fondazioni e amatori privati, di cui contribuisce ad arricchire le collezioni con opere di grande rilievo.
Nel 1975 riceve dal direttore della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, Erich Steingräber, l’incarico di ordinare una mostra sui Macchiaioli alla Haus der Kunst. L’importante rassegna, condivisa con Dario Durbé, determinerà l’affermazione del movimento toscano in ambito europeo. Seguono una serie di iniziative analoghe in Italia, in Europe e negli Stati Uniti. A Giuliano Matteucci si deve la costituzione, nel 2000, dell’omonimo Istituto (www.istitutomatteucci.it) e, successivamente, la Fondazione nota per l’attività culturale nell’ambito della arte del XIX e XX secolo (www.cemamo.it). Unitamente con la Società di Belle Arti, rappresentano tre entità del tutto autonome sotto il profilo giuridico ma complementari per il conseguimento dei diversi obiettivi.

Scoperte
Per una scelta legata al destino, come spesso accade, ho iniziato ad occuparmi di pittura italiana del XIX e XX secolo. Senz’altro l’opera dei protagonisti della prima metà del Novecento è quella che più si confà al mio gusto, tra i dipinti cui sono maggiormente legato vi sono le spiagge di Moses Levy e le composizioni di Oscar Ghiglia. È in questi ambiti che ho fatto le scoperte più significative.

Futuro
“Niente come il possesso di un’opera può dare un senso alla vita di un uomo”. È una massima che ho fatto mia. Il gallerista-mercante avrà un compito decisivo per la formazione del gusto delle nuove generazioni. La qualità delle proposte, lo studio e la preparazione saranno fondamentali per vincere la sfida del futuro.