vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Marco Voena

Nato con la camicia


Gli inizi
La prima folgorazione di fronte a un quadro risale ai miei diciott’anni. Dovevo introdurre un’opera degli Uffizi alla classe del liceo che frequentavo a Torino e scelsi il Ritratto di Federico da Montefeltro di Piero della Francesca. Scoprii che la posizione di profilo nasceva dal fatto che il duca aveva perso l’occhio destro in un torneo. Rimasi ammaliato da quella storia particolare che introduceva un elemento di realtà nel confine di un’immagine iconica.
La seconda folgorazione risale al primo quadro che scoprii, una fenomenale Allegoria della Fede che possedeva l’antiquario Caretto (mio zio), ritenendola anonima. Siamo nel 1980 e qualche tempo prima avevo visto alcune opere di questo raro pittore a una mostra senese. Intuii che l’Allegoria gli poteva essere attribuita e osservandola attentamente notai le iniziali “B.M.”. Boom, fu una scarica di adrenalina indimenticabile.
Ho aperto la mia prima galleria a Torino nel 1989. Cinque anni dopo mi sono trasferito a Milano. Dal 2005 anche a Londra, con Edmondo di Robilant, e dal 2014 a Saint Moritz.

Scoperte
Mi nutro e vivo di scoperte, è la mia filosofia. Ovviamente oggigiorno non si tratta solo di trovare l’inedito ma di divinare l’edito. Cioè intuire il genere di opere del passato che mandano prepotenti messaggi al presente. Ho sempre interpretato questo mestiere come se fossi un collezionista. Compro e vendo solo ciò che amo e che desidero possedere. Mi comporto come un Casanova dell’arte.
 
Futuro
“Homo faber ipsius fortunae”.

P.S.
Tempo fa ho paragonato Voena a uno sciamano, chissà forse un benandante, nato col cencio amniotico (volgarmente detto con la camicia).