vita d'antiquari

Simone Facchinetti

Davide Masoero

La ricerca e la scoperta


Inizi
Ho ereditato l’attività, insieme a mio fratello Alberto, diventandone il titolare. La passione è nata nel 1990 quando sono entrato in Galleria all’età di diciannove anni per affiancare mia madre. Ancora oggi ho la fortuna di lavorare insieme a loro. Secol-Art Antichità è stata fondata a Torino nel 1984, nata dal desiderio dei miei genitori, Bruno e Maria Masoero, di trasformare l’amore per il bello in un vero e proprio mestiere. Dal 1985 la Galleria fa parte della Federazione Italiana Mercanti d’Arte e dal 2016 dell’Associazione Antiquari d’Italia.
Siamo da sempre specializzati nel trattare opere dal XVI al XVIII secolo. Nel corso degli anni abbiamo allargato il ventaglio temporale proponendo opere che vanno dall’alta epoca al Novecento storico.

Scoperte
In 35 anni di attività l’elenco sarebbe troppo lungo. Mi piace ricordarne almeno tre. La prima fatta dai miei genitori, con me ancora adolescente, riguarda un eccezionale gruppo ligneo scolpito a tutto tondo, raffigurante i Dodici Apostoli, opera di un Maestro centro italiano della fine del XV secolo. L’opera è stata immediatamente venduta ad un collezionista i cui eredi la conservano gelosamente ancora oggi. Più volte ho tentato di riacquistarla, senza successo. In tempi più recenti ho rintracciato una scultura lignea tardo medievale che si credeva perduta, passata in un’asta americana. Acquistata, restaurata, studiata e pubblicata attraverso la stesura di un catalogo ad hoc, l’opera è poi stata venduta sul mercato internazionale. Per ultimo, un curioso (e per noi torinesi importante) piccolo dipinto su rame raffigurante il miracolo del Santissimo Sacramento avvenuto a Torino nel 1453. Anche di questo oggetto ho curato, con mio fratello e il supporto di una storica dell’arte, la pubblicazione di un saggio. La parte più entusiasmante del nostro lavoro è senza dubbio la ricerca e la scoperta di vere opere d’arte, testimoni ed eredi del loro tempo.

Futuro
Negli ultimi dieci anni il mestiere è profondamente cambiato, non necessariamente in meglio. Oggi le mode, a differenza del passato, influenzano a tal punto il gusto da determinare scelte che spesso si concretizzano in acquisti economicamente importanti ma culturalmente inconsistenti o effimeri. Trovo che si coltivi un’abitudine trasversale verso il brutto che spesso impedisce di riconoscere la bellezza imperitura.
Credo siano sempre più necessarie le mostre d’antiquariato di alto livello. Gli allestimenti di mostre internazionali quali Tefaf o Brafa – e, a livello nazionale Flashback e Biaf – sono sulla giusta lunghezza d’onda. Un aspetto rilevante del futuro della nostra professione è legato alla fiscalità e alle regole di import-export. Auspico che si possa addivenire a regole quanto più simili a quelle degli altri Paesi dell’UE. In ultimo, e per me non banale, resta il problema delle strategie al ribasso esercitate da alcune Case d’Asta – non solo italiane – ovvero la pubblicazione di cataloghi con opere anche di pregio con stime risibili che finiscono con lo svilire il reale valore dei beni stessi. L’antiquario è da considerarsi a tutti gli effetti un professionista e sarebbe pertanto interessante venisse riconosciuto e tutelato nella sua professionalità da uno specifico Albo.