vita d'antiquari

Marco Riccòmini

Enrico Ceci

Framed

In italiano, perde di senso. Perché il termine «incastrato», sebbene traduca fedelmente l’inglese Framed, non lascia intendere il sottinteso con Frame, che significa «cornice». Quella di Enrico, è una specializzazione che, per l’appunto, si ‘incastra’ a meraviglia con quella dei ‘quadrari’, come si chiamano in gergo gli antiquari la cui vocazione è il quadro, specialmente quello antico. Perché senza cornice adatta (ossia di misura, di epoca e, idealmente, della stessa area geografica del dipinto che andrà a vestire) un quadro si presenta male; sarebbe come andare ad una festa senza l’abito giusto.

Un po’ perché le cornici, più dei quadri, erano alla portata delle sue tasche, un po’ perché aveva intuito come quello fosse ancora un settore dove poter trattare opere di alta qualità, più di trent’anni fa Enrico ha cominciato a commerciare in cornici, specializzandosi, assieme alla moglie Grazia, in quelle dal Cinquecento all’Ottocento.

Sorride quando gli si chiede di ricordare una scoperta memorabile. E racconta con gli occhi lucidi di quando, in asta a Parigi, fu attratto da una una cornicetta romana del Settecento. Solo che, a ben guardare, dentro c’era una tavoletta del Cinquecento, che nessuno degnava di uno sguardo. Finì per acquistarla per pochi Franchi, aggiudicandosi così al prezzo di una cornice un’opera inedita di Lorenzo Costa!

I suoi migliori acquirenti rimangono i proprietari di quei dipinti rimasti ‘nudi’ (ricordate quando andava di moda appendere i dipinti senza cornici?), tra i quali, ora che ha una vetrina al Tefaf di Maastricht, anche alcuni musei stranieri.