vita d'antiquari

Leonardo Piccinini

Pietro Cantore

Modena per noi

Nel centro del centro di Modena, equidistante tra la Ghirlandina e l’Accademia, la galleria di Pietro Cantore si può ben considerare una via di mezzo tra il modello della “bottega” antiquaria e una sorta d’istituzione locale: qui si sono decisi i destini di una mostra che languiva, Modenantiquaria, rilanciata con successo in pochi anni.

“Mia madre Luisa, lucchese, antiquaria di notevole capacità, dalla fine degli anni Settanta si dedicò con successo al mercato del mobile emiliano tra 6 e ‘700. Era un genere molto amato dal collezionismo di allora, vivace ma profondamente diverso da quello con cui mi confronto io. Dagli arredi, il mio primo grande amore, mi sono sempre di più concentrato sulla pittura, che oggi seguo con passione, sempre continuando a mantenere qualche pezzo dei migliori ebanisti. Molto ho imparato da un grande uomo, Piero Corsini, fonte di continua ispirazione. Un’esperienza decennale a New York che non dimentico, dove ho cominciato a seguire – e inseguire – tutte le aste internazionali. Tante le scoperte, ricordo ancora con emozione un olio su rame di Guercino, la Fuga in Egitto, trovato nel 1998 nella provincia americana e rivenduto a Maastricht, e il Morazzone che presentai nel 2015 alla Biennale di Firenze, subito piaciuto ai curatori della National Gallery di Washington, dove è ora conservato. L’antiquariato è per me passione ed emozione: le continue scoperte, il piacere degli incontri con clienti e restauratori, con istituzioni e musei (sono molto onorato della vicepresidenza degli Amici delle Gallerie Estensi). La rarità delle opere d’arte non cesserà mai di stupire: tanti amici e collezionisti, nel recente triste momento del lockdown, mi hanno confessato di avere alleviato le lunghe giornate passate in casa con la compagnia di oggetti e opere conquistate negli anni!”