di Leonardo Piccinini

LE DIECI GIORNATE DI FIRENZE

Tra le sale di Palazzo Corsini opere da manuale di storia dell’arte, spesso inedite, di illustri provenienze, e una risposta significativa del collezionismo, di curatori e studiosi arrivati a Firenze da ogni parte del mondo.

Una festa dell’arte. Questa è la definizione che meglio riflette l’atmosfera brillante, cosmopolita, ricca di passione e interesse che ha coinvolto l’intera città di Firenze nei dieci giorni della Biennale dell’Antiquariato.
E una gioia liberatoria colta nelle conversazioni, forse dovuta allo scampato pericolo di scellerate decisioni ministeriali in articulo mortis del precedente governo, immediatamente azzerate da un Franceschini ritornato al Collegio Romano per riprendere quel complesso cammino di riforme e ammodernamenti necessari a un sistema museale senza paragoni.
Tra le sale di Palazzo Corsini opere da manuale di storia dell’arte, spesso inedite, di illustri provenienze, e una risposta significativa del collezionismo (a giudicare dai numerosi bollini rossi), di curatori e studiosi arrivati a Firenze da ogni parte del mondo e dei visitatori (circa 30mila!)


"E una gioia liberatoria colta nelle conversazioni, forse dovuta allo scampato pericolo di scellerate decisioni ministeriali in articulo mortis del precedente governo, immediatamente azzerate da un Franceschini ritornato al Collegio Romano per riprendere quel complesso cammino di riforme e ammodernamenti necessari a un sistema museale senza paragoni."


E l’interesse delle istituzioni museali, con gli Uffizi a fare la parte del leone. La smagliante Madonna col Bambino di Daniele da Volterra (metà ‘500), Premio Pierucci come miglior dipinto esposto alla Biennale (da Benappi): “la vedremo in una nuova sala, mai utilizzata come sala espositiva e che i nostri architetti stanno preparando per il primo Cinquecento, insieme a un’altra Madonna di un seguace di Michelangelo e altri dipinti del ‘500 romano” ha commentato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. Che si è pure aggiudicato il ritratto dello scultore Antoine Denis Chaudet (da Orsini) e un busto neoclassico di Virgilio di Carlo Albacini (Carlo Virgilio). Interesse di Palazzo Barberini e Galleria Borghese per il busto di Urbano VIII da Carlo Orsi e una brillante operazione di fundraising tra gli abitanti di Avenza (Massa Carrara) per il trittico con San Pietro in trono del Maestro di Sant’Ivo (1438), proposto dalla galleria Salamon.

Staffetta con Frieze Masters a Londra, poi toccherà a Tefaf New York Fall (1-5 novembre): ma la magia del tramonto sull’Arno, delle opere esposte, la densità di saperi e competenze qui presenti rimangono difficilmente eguagliabili. Viva la Biennale di Firenze!