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di Leonardo Piccinini

Grand Tour tra Expo e Biennale

In omaggio all’Expo e alla Biennale di Venezia si potrebbe tentare un denso, potenzialmente infinito itinerario dedicato a quella classicità che continua (per fortuna) a esser studiata e celebrata un po’ ovunque.

L’Italia e la classicità. Mai come quest’estate numerose sono le occasioni per chi voglia andare alla scoperta di quel glorioso passato per il quale la Penisola era un tempo in cima alle classifiche mondiali del turismo...eppure: non risultano pervenuti investimenti da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali sulla T (turismo) recentemente aggiunta all’acronimo (MIBACT), magari approfittando di una televisione pubblica pagata dal contribuente o dei social network specchio di tendenze e desideri. Un hashtag #nonsolomostre potrebbe mettere in guardia da facili rassegne popolari e consigliare di tornare a visitare celebri musei, magari in occasione di riaperture e restauri, oppure di selezionare quelle esposizioni veramente frutto di pensiero, studio, elaborazione critica. Così non è, anzi la mediaticità di certi inutili eventi effimeri oscura importanti occasioni di riscoperta del patrimonio artistico. In omaggio all’Expo e alla Biennale di Venezia si potrebbe tentare un denso, potenzialmente infinito itinerario dedicato a quella classicità che continua (per fortuna) a esser studiata e celebrata un po’ ovunque, nella Milano dell’Expo a Palazzo Reale con Mito e natura, dalla Grecia a Pompei, affascinante allestimento di Francesco Venezia di 180 opere di grande importanza, pittura illusionistica di giardini di Pompei, la lastra del Tuffatore di Paestum, oggetti da Vienna, Atene, Louvre; nella stessa città che dimentica i musei più importanti (Brera e il Castello Sforzesco), applausi per la Fondazione Prada, luogo di superba sperimentazione architettonica (Rem Koolhaas) con Serial Classic, efficace meditazione di Salvatore Settis sul rapporto tra originale e copia nell’antichità: da Kassel per la prima volta dai tempi di Napoleone si muove il famoso Apollo!

L’Italia povera ma incantata del Grand Tour è in mostra a Monza, nella (finalmente) restaurata Villa Reale: Il fascino e il mito dell’Italia è occasione per riflettere su quanto la Penisola abbia affascinato e formato, attraverso opere celeberrime come la Danae di Correggio della Galleria Borghese, ritratti di Rubens e Van Dyck, vedute di Lorrain e Van Wittel…

Tappe a Bergamo per la recente riapertura di una delle raccolte di dipinti più gloriose, l’Accademia Carrara, e a Brescia per il Capitolium restaurato e la mostra dedicata all’antica Brixia. A Verona una visita alla mostra che Annalisa Scarpa e Nicola Spinosa hanno dedicato ad Arte e Vino (Gran Guardia, prorogata fino al 13 settembre) coerentemente prosegue con un aperitivo in una delle più belle piazze d’Italia, quella dei Signori, un meraviglioso museo all’aperto dove poter di nuovo ammirare la Loggia del Consiglio: i lavori di restauro appena conclusi ne hanno pienamente restituito la raffinata decorazione, esaltazione di fine ‘400 delle glorie della Verona romana, con le statue di Catullo, Plinio, Vitruvio, Cornelio Nepote. 

A Venezia, oltre che per le sterminate celebrazioni della Biennale, si va per Mario Merz. Città irreale, occasione di scoperta del piano terra delle Gallerie dell’Accademia, risistemato da Tobia Scarpa, con affaccio sul famoso cortile di Palladio; e per Portable Classic a Cà Corner della Regina, ulteriore motivo di applausi per la Fondazione Prada. Davide Gasparotto e Salvatore Settis affrontano qui il tema della riproduzione di celebri opere dell’antichità in piccolo formato, come l’Ercole Farnese oggi a Napoli in una serie di copie proposte in scala, dal calco in gesso alto più di tre metri a riproduzioni in marmo, bronzo e terracotta dai 15 ai 130 cm. Ma Venezia è densa come non mai di occasioni imperdibili, la mostra sulla Nuova Oggettività al Correr, le suggestioni di Palazzo Fortuny, la Fondazione Cini……infinita varietà!