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Leonardo Piccinini

Chi non compra è perduto

Musei e mercato d’arte

Confesso di avere da sempre un debole per le acquisizioni dei musei. Questi templi laici del sapere trovano la loro ragion d’essere nella conservazione, nel saper valorizzare le loro raccolte, nell’ampliarle o integrarle. Si può essere più o meno d’accordo sulle singole scelte, ma quando un’opera d’arte si aggiunge al patrimonio della collettività, è sempre una lieta notizia. Il campione degli acquisti museali nel nostro Paese (per capacità di spesa ma anche perché ci crede profondamente) è il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. Quanto mi ha reso felice sapere che lo strepitoso Teodoro Arese Lucini in carcere di Francesco Hayez, secondo per invenzione solo al Marat di David, ammirato a lungo negli stand di Brun, incredibilmente snobbato dalla Milano che tanto deve a queste figure del Risorgimento, trova casa alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti!

A Firenze il secondo museo più visitato (o preso d’assalto, fate vobis) è la Galleria dell’Accademia: la sublime gipsoteca di Lorenzo Bartolini, lo scultore che si innamorò di Napoleone, della Francia, partecipando perfino ad alcune battaglie, si arricchisce di un busto in marmo dell’Empereur firmato dallo scultore pratese, esposto l’anno scorso da Carlo Orsi alla Biennale di Firenze.

Paese che vai, puzzle che ricomponi: allo Szépművészeti Múzeum di Budapest, dopo oltre 100 anni, l'Angelo e la Vergine dell'Annunciazione del Marrina (alias Lorenzo di Mariano, 1476-1534) tornano insieme, grazie all’acquisto della Vergine (terracotta dipinta) presso la galleria di Maurizio Nobile. Separati in data imprecisata dal loro luogo di origine - forse il monastero di San Girolamo in Campansi a Siena -, l'Angelo dell'Annunciazione venne acquisito nel 1895 dal Museo di Budapest sul mercato antiquario fiorentino. Speriamo che Orbán li vada presto ad ammirare e…si ammansisca!

E poi, a Venezia. Una mostra, fino al 1 ottobre, nei nuovi spazi della Loggia Palladiana alle Gallerie dell’Accademia, “Da Vivarini a Tiepolo. Nuove acquisizioni per le Gallerie dell’Accademia”. Tra queste Sansone e Dalila di Giulia Lama (Venezia, prima metà del ‘700), acquisto da Maurizio Canesso, che raggiunge la Giuditta e Oloferne già nelle collezioni museali (dopo i casi di Sansone e Oloferne la morale è: mai addormentarsi per primi…)

E la ricostruzione del Polittico dei Tagliapietra di Bartolomeo Vivarini; realizzato probabilmente per la chiesa di San Giovanni Evangelista nel 1477, traslocato nella chiesa di Sant’Aponal nel 1515 e poi smembrato a inizio Ottocento con le soppressioni napoleoniche, finisce con la ritirata austriaca al Museo del Belvedere di Vienna. Alla fine della Prima Guerra Mondiale vengono restituiti alle Galleria dell’Accademia i cinque grandi scomparti inferiori, appartenenti al registro principale; adesso al museo veneziano sono giunte tre componenti dell’ordine superiore dell’opera, con Santa Caterina, San Giovanni Battista e San Nicola, acquistate da Carlo Orsi.

Chi non compra è perduto!