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Marco Riccòmini

Il dolce Marchesi

Una bella mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano racconta la sua vita ed il lascito delle sue raccolte alla città di Milano

Da Pompeo Marchesi (1783-1858), «le sculpteur à la mode de Milan», lo stendhaliano marchese del Dongo s’era fatto decorare la cappella di famiglia nel castello di Grianta, nella finzione sul lago di Como, «sur lequel des bas-reliefs nombreux devaient représenter les belles actions de ses ancêtres» (sulla quale molti bassorilievi dovevano rappresentare le belle gesta dei suoi antenati), narra Marie-Henri Beyle ne La Chartreuse de Parme (1839). Oltre a saper lisciare il marmo come solo il suo maestro (Canova) sapeva fare, l’abile scalpello lariano s’impadronì anche dell’arte di lisciare il pelo ai suoi committenti. Il suo atelier, inaugurato nientepopodimeno che da Ferdinando I imperatore d’Austria, dalla scenografia degna d’un teatro, con gessi monumentali e affreschi dell’amico Hayez, fu un luogo à la page a Milano. A dar conto del successo che il “Fidia meneghino” riscosse nel bel mondo, basterebbe l’elenco delle sue onorificenze, da quella del Regno di Sardegna a quella del Portogallo, Russia, Danimarca (passando per Parma e Lucca), fino alla croce di cavaliere dell’Ordine di Nishan al-Iftikar della Sublime Porta. Oggi una bella mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano racconta la sua vita ed il lascito delle sue raccolte alla città di Milano. E la sera del vernissage, tra la folla incappottata, pellicce e cicisbei, il chiacchiericcio e il bisbiglio, la regia di luci ed ombre, tra gessi, marmi, busti, dipinti e molti disegni tutti ben allestiti, si è avuta quasi la sensazione di trovarsi in quel famoso studio illuminato con lampade a gas, di cui scriveva anche Balzac.


Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista, a cura di Omar Cucciniello. Galleria d’Arte Moderna di Milano, fino al 18 giugno 2023, catalogo edito da Officina Libraria.