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Simone Facchinetti

Cecco del Caravaggio

Una mostra da non perdere

Chi non conosce Cecco del Caravaggio deve assolutamente vedere la mostra organizzata all’Accademia Carrara di Bergamo, aperta fino al 4 giugno 2023. Un pittore straordinario e raro allo stesso tempo che conta circa una ventina di opere in catalogo. Nelle sale rinnovate dell’Accademia Carrara (ne parleremo in un prossimo articolo) ne sono state radunate una quindicina.

L’esposizione è curata da Gianni Papi e da Maria Cristina Rodeschini. Al primo si deve anche la monografia di riferimento di Francesco Boneri detto Cecco del Caravaggio, uscita per i tipi dei Soncino nel 2001. Anche se non è esente da sbavature (ma non ne accenneremo qui) la mostra permette di vedere affiancati alcuni dipinti memorabili. La sola parete con il Suonatore di Atene e quello del Wellington Museum, vale il costo del biglietto.


"I dipinti autografi di Cecco sono indimenticabili. L’esposizione bergamasca vi lascerà senza fiato."


Chi era Cecco: nel 1605 è menzionato un “Francesco garzone” presente nella bottega di Caravaggio; intorno al 1613 un “Ceccho del Caravaggio” è documentato in un cantiere a Bagnaia (Viterbo) in cui è coinvolto anche Agostino Tassi; pochi anni dopo lo storiografo Giulio Mancini lo menziona nella ristretta e selezionatissima “schola” del Caravaggio, assieme a Manfredi, Ribera, Spadarino e Saraceni.

Il titolo della mostra gioca sul ruolo di modello esercitato dal pittore nella bottega di Caravaggio (“L’allievo modello”) e nella prima sala si incontra l’aspetto fisico di Cecco, trasfigurato (si fa per dire) sotto le mentite spoglie del San Giovanni Battista dipinto dal Merisi (Pinacoteca Capitolina). È molto probabile che il garzone abbia seguito il maestro a Napoli, dopo l’omicidio di Ranuccio Tommasoni. Nel percorso della mostra questo momento è testimoniato dall’intenso Martirio di San Sebastiano, proveniente da Varsavia.

I dipinti autografi di Cecco sono indimenticabili. L’esposizione bergamasca vi lascerà senza fiato.